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Giovedì, 25 Aprile 2024
Plusvalenze

La Juventus penalizzata di 10 punti nel processo plusvalenze

È arrivata l'attesa decisione delle Corte d'Appello Federale della FGIC: la procura aveva chiesto una penalizzazione di 11 punti

Meno 10 punti. Questa la penalizzazione inflitta alla Juventus dalla Corte federale d'Appello della Figc nella nuova udienza del processo plusvalenze. La decisione è arrivata dopo una camera di consiglio iniziata poco prima delle 13. La richiesta del procuratore federale, Giuseppe Chinè, era di 11 punti di penalizzazione. La Corte, presieduta da Ida Raiola, era stata chiamata a rimodulare la sanzione di 15 punti in classifica imposta ai bianconeri nel gennaio scorso.Sono stati invece prosciolti i sette ex dirigenti per cui lo stesso Chiné aveva chiesto 8 mesi di inibizione: sono Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano.

Juventus: i punti di penalizzazione oggi

Le perplessità in casa Juve era dovuta al fatto che il procuratore Chinè aveva chiesto meno 11 punti di penalità, mentre a gennaio aveva chiesto meno 9. La società contestava il fatto che il procurator,  senza nuovo materiale probatorio, avesse alzato la richiesta. Un elemento che dimostra plasticamente, comunque la si pensi, di come i processi sportivi dovrebbero essere fatti "a gioco fermo", ovvero a campionati finiti. 

Oggi è la terza volta in cui il secondo grado della giustizia sportiva discute il medesimo caso: la prima, un anno fa, si era chiusa con il proscioglimento di tutti i club coinvolti a iniziare dai bianconeri per l'impossibilità di stabilire un reale parametro di valutazione economica di un giocatore. Le plusvalenze sono parte integrante del sistema da molti anni; la seconda, il 20 gennaio 2023 alla luce dei nuovi elementi emersi dall'inchiesta Prisma di Torino, con la penalizzazione di 15 punti al club e le inibizioni ai dirigenti. Oggi, il nuovo capitolo e una sentenza che sicuramente lascerà spazio a molte polemiche.

La reazione del club

Non si è fatta attendere la reazione del club dopo la sentenza:  "La Juventus Football Club prende atto di quanto deciso poco fa dalla Corte d'Appello della Figc e si riserva di leggere le motivazioni per valutare un eventuale ricorso al Collegio di garanzia presso il Coni. Quanto statuito dal quinto grado di giudizio in questa vicenda, iniziata più di un anno fa, suscita grande amarezza nel club e nei suoi milioni di tifosi, che, in assenza di chiare regole, si trovano oltremodo penalizzati con l'applicazione di sanzioni che non sembrano tenere conto del principio di proporzionalità". Questo quanto reso noto dal club bianconero in una nota. 

Manovra stipendi e altro

La scorsa settimana i deferimenti della Procura Figc nei confronti della Juventus per la cosiddetta "manovra stipendi" hanno poi aperto un nuovo fronte processuale con le sue possibili ulteriori sanzioni. Per la violazione dell'articolo 4 contestato a dirigenti ed ex dirigenti bianconeri è prevista la penalizzazione di punti. Visto il mancato patteggiamento sulla base dell'ammenda, pare essere questa la strada che la procura federale ha intenzione di percorrere. Chinè accusa il club di aver violato l'articolo 6, che di fatto rimanda al 4 contestato ai dirigenti. Le sanzioni per il club sono elencate chiaramente: ammonizione; ammenda; ammenda con diffida e penalizzazione di uno o più punti in classifica.

La Juve vorrebbe chiudere la pratica prima dell'inizio della nuova stagione 23/24. Il procedimento è previsto per giugno. Il club bianconero è stato deferito per responsabilità diretta e oggettiva "per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti". E infatti il deferimento è scattato per Andrea Agnelli (all'epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione), Pavel Nedved (allora vicepresidente), Fabio Paratici, Federico Cherubini, Giovanni Manna (allora ds della Under 23), Paolo Morganti (a capo della Football Operations), Stefano Braghin (ds del settore giovanile all'epoca): a tutti viene contestata la violazione dell'articolo 4, comma 1, del codice di giustizia sportiva e relativi a 4 diversi filoni dell'indagine. La manovra stipendi stagione 2019-20, quella per la stagione successiva, gli agenti e i rapporti di partnership con altri club. 

Quattro dunque infatti i filoni di indagine per cui la Procura Figc, in 72 pagine di deferimento, ha rinviato la Juve e i suoi ex dirigenti al processo sportivo davanti al tribunale federale nazionale: oltre alle manovre stipendi per due stagioni e ai rapporti con gli agenti, ci sono anche le partnership "per accordi confidenziali" con sei club. Si tratta di Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari. Secondo la procura Figc, la Juve avrebbe trattato calciatori senza depositare i contratti in Lega o depositando contratti diversi da quelli reali. Le posizioni dei sei club saranno valutate.

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