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Martedì, 16 Aprile 2024
Calcio

Roma, basta Abraham: piega 1-0 il Leicester e vola in finale

Il guizzo dell'attaccante inglese in apertura di match permette alla Roma di tornare a disputare una finale europea dopo oltre trent'anni. A Tirana i giallorossi affronteranno il Feyenoord, che ha eliminato l'Olympique Marsiglia

E Tirana sia. Nel dentro-fuori dell’Olimpico, nel match con in palio l’accesso alla sfida della Arena Kombëtare, location della finale di Conference League, la Roma mostra il suo lato più concreto e ottiene il massimo risultato col minimo scarto ed un sforzo nel complesso moderato. Perché specie nella ripresa il Leicester ha provato a spaventare i giallorossi ed a rovinare la festa agli oltre sessantamila presenti (ma le richieste ammontavano al triplo), ma senza dare mai effettivamente la sensazione di essere davvero vicina a riequilibrare le sorti del doppio confronto, cominciato una settimana fa in Inghilterra. Alla fine, quindi, basta il guizzo di Abraham, su uno dei cavalli di battaglia della Roma costituito dall’efficacia sulle palle inattive, che invece si conferma vero tallone d’Achille della formazione di Rodgers. Gara stappata da un’inzuccata del totem londinese in apertura di gara e poi diligente applicazione difensiva, tale da rendere la serata di Rui Patricio più impegnativa dal punto di vista vocale, nelle direttive impartite ai compagni di reparto, che da quello strettamente lavorativo.

L’inizio della semifinale di ritorno non si discosta dalle aspettative. Possesso palla alternato, difese attente a non concedere spazi secondo un copione che non si modificherà fino al duplice fischio. Tre, in apertura, le fiammate dei giallorossi: due con Pellegrini, prima al minuto 8 (direttamente su punizione che Schmeichel disinnesca) e poi al 17’ – su lancio di Zalewski - trovando nuovamente l’opposizione di Schmeichel, efficace ma stilisticamente rivedibile. In mezzo, il colpo di testa di Abraham che su corner sovrasta Pereira e dalla corta distanza mette in rete l’1-0. Il Leicester attende l’inizio della ripresa per alzare i giri del motore, e comincia la seconda frazione collezionando tiri dalla bandierina senza, però, riuscire ad inquadrare lo specchio della porta. La supremazia inglese è sterile, al punto che gli unici tentativi degni di questo nome sono le conclusioni telefonate dalla distanza di Maddison e del subentrato Ineanacho, centrali. Nel quarto d’ora finale a preoccupare sono, allora, i risentimenti muscolari e la stanchezza che eliminano dalla sfida in rapida successione Ibanez e Zaniolo. I cambi, quelli obbligati e quelli scelti, non scalfiscono le sicurezze di una Roma che si concede il lusso di chiudere in avanti, con un tiro di Sergio Oliveira non trattenuto da Schmeichel al quarto minuto di recupero. Poi arriva il fischio finale, che giunge come una liberazione: Roma in finale, contro il Feyenoord. E tutta la tensione si scioglie tra abbracci e qualche, comprensibile, lacrima.

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