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Giovedì, 18 Aprile 2024
Calcio

Roma, tra involuzioni ed un posto Champions che sembra una chimera

Nove punti nelle ultime sette gare e un preoccupante rallentamento nel rendimento: la strada che conduce al quarto posto aumenta di pendenza giornata dopo giornata

“Con Mourinho fino all’inferno”, recitava uno striscione dei tifosi appeso alcune settimane fa fuori dai cancelli di Trigoria. E la strada che conduce agli inferi è, di prammatica, lastricata di buone intenzioni. Quelle che alla Roma evidentemente non mancano, a differenza dei punti. Nove nelle ultime sette gare: pochi per pensare di raddrizzare una classifica che la vede colpevolmente in ritardo nell’autoscontro che si sta sviluppando alle spalle delle tre big le quali si contenderanno lo scudetto. Ed accantonando per un attimo il ritornello dei torti arbitrali, si nota come sarebbe bastato poco per dare alla graduatoria sembianze più accattivanti: sarebbe stato sufficiente, ad esempio, fare il proprio dovere con Sampdoria e Genoa all’Olimpico (al netto del gol annullato al 93’ a Zaniolo contro i rossoblu, perché è impensabile non riuscire in un’ora e mezzo a bucare la terza peggior difesa del torneo se si hanno ambizioni di Champions) per avere quattro lunghezze in più e marcare molto più da vicino i piedi del podio. E senza scomodare l’harakiri contro la Juventus, che peraltro – concessi anche i sette minuti di follia che hanno permesso ai bianconeri di ribaltare il punteggio – sarebbe potuto essere meno doloroso se il rigore del 4-4 fosse stato segnato e non sbagliato.

Tutto questo per dire che, con cinque punti in più nel cestino, la disamina di metà febbraio del cammino finora intrapreso dai giallorossi sarebbe stato paradossalmente ben diversa. E magari avrebbe ovattato anche i malumori, in maniera inevitabile venuti a galla sebbene il pubblico di fede romanista – in primis con la sua presenza costante al fianco di squadra e tecnico – non retroceda di un passo nel sostenere la Roma nonostante questo comporti bere un calice amaro.
Altro paio di maniche l’analisi su un gioco che si è visto solo a sprazzi, ed anzi strada facendo ha mostrato una pericolosa involuzione. L’assenza di un uomo d’ordine a centrocampo che sappia dettare i tempi sarà una lacuna che Mourinho dovrà portarsi dietro fino al termine della stagione, auspicando un miglioramento sul fronte del rendimento degli esterni, risultato ad oggi impalpabile (nessuna rete e due assist da inizio campionato). E anche sull’efficacia del pacchetto arretrato, che prescindere dal modulo utilizzato mostra ancora falle preoccupanti ed una eccessiva propensione alle sanzioni disciplinari (Gianluca Mancini, con sedici gialli ed un rosso tra Serie A e Coppe, è a livello continentali al vertice di quella singolare classifica).

La sensazione, insomma, è che i giallorossi non abbiano solo limiti di personalità, come ravvisato dal tecnico portoghese. Ma che anche sotto il profilo qualitativo le stime fatte siano state oltremodo ottimistiche, e questo ha un’importanza relativa ragionando sui prossimi tre mesi di campionato. Ma per dare sostanza alla progettualità intavolata con Mourinho, su base triennale, altri errori di valutazione non saranno permessi da giugno in poi. Quando servirà operare sul mercato ma prima ancora scegliere su chi puntare per continuare a costruire la Roma che sarà. Quando le buone intenzioni che pavimentano la strada per un inferno che a differenza del Paradiso non attende, ma ha una gran fretta, non saranno più sufficienti.

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