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Giovedì, 25 Aprile 2024
Calcio

Roma, il passo indietro con la Samp e l'urgenza di rinforzarsi

Dopo la brillante affermazione di Bergamo, i giallorossi steccano all'Olimpico contro la Sampdoria: per porre una candidatura autorevole per un posto nell'Europa che conta, la rosa deve essere rinforzata nella finestra di mercato invernale

Troppo lenta e poco coraggiosa. La disamina di Mourinho al termine della sfida terminata in parità tra Roma e Sampdoria è immune da difetti, e dipinge alla perfezione la formazione giallorossa, incapace di dare continuità alla roboante vittoria solo pochi giorni fa a Bergamo, che l’aveva rilanciata nella corsa a quel quarto posto in classifica distante sei lunghezze. Questione di stanchezza, forse, di mancanza di spazi non trovati per i meriti di un avversario che ha saputo difendersi con ordine concedendo poco (Falcone, estremo difensore ospite, si è fatto in pratica notare solo sulla doppia parata su Zaniolo e Felix), ma anche di quella concentrazione necessaria per bissare una gara di elevato livello come quella disputata al Gewiss Stadium. Dopo un primo tempo in cui il solo Zaniolo è sembrato avere il guizzo necessario per impensierire la retroguardia blucerchiata, nella ripresa la Roma si è ritrovata obbligata a rinunciare ad Abraham – problemi alla caviglia – rimpiazzato da uno Shomurodov che ha avuto sia il merito di sbloccare il risultato, sia il demerito dell’amnesia difensiva – in concorso di colpa con il pacchetto arretrato – che ha agevolato il pareggio dei liguri.

E’ una Roma che, al momento, vive di alti e bassi. Una squadra capace di mettere alle corde la formazione più in palla del campionato come l’Atalanta, colpita quattro volte a domicilio, e calare drasticamente di intensità, senza pressare adeguatamente e latitando in creatività e fantasia, pochi giorni dopo contro la Samp. Normale, pertanto, la delusione dei 50mila dell’Olimpico desiderosi di festeggiare un Natale con le azioni dell’ottimismo e della fiducia in rialzo e che invece si ritrovano a desinare prima della sosta con un brodino leggero, quasi penitenziale dopo la scorpacciata di Bergamo, con la solida certezza della mancanza nelle tasche di quel centesimo per fare l’Euro, di quello step decisivo per fare il tanto agognato salto di qualità essenziale per porre una candidatura davvero autorevole nella battaglia per uno slot in Champions. Che dovrà obbligatoriamente coincidere con un migliore utilizzo del “fattore campo”, visto che delle ultime otto gare – tra campionato e Conference – disputate all’Olimpico, la Roma ne ha vinte solo tre.

Ma una cosa, a questo punto, appare chiara. Quel “centesimo” di cui sopra, quello insomma che latita sempre, dovrà essere messo dalla società. Il refrain di Mourinho, che non ha mai perso occasione per sottolineare la necessità di rimpolpare l’organico, resta sempre attuale, ancora di più in considerazione dei reiterati problemi fisici – più i casi di Covid - che hanno complicato la vita alla Roma e dell’utilizzo costante di giocatori che hanno bisogno di alternative per non scoppiare prima che arrivino le rondini a fare primavera. Più che un usato sicuro o un’occasione stile “Black Friday”, per competere con le dirette concorrenti al quarto posto e provare quindi a dare sostanza a quel sogno di tornare nell’Europa che conta, ai giallorossi servono almeno due pedine di qualità. Il tecnico portoghese ha detto che, vedendo da casa Roma-Sampdoria, avrebbe cambiato canale dopo dieci minuti. Ma in fondo, la “sua” Roma è tutto fuorché una serie tv da basso audience sacrificabile in un ipotetico palinsesto televisivo. Lo dice il calore di un pubblico encomiabile che non si perde una puntata, lo dicono la qualità di alcuni episodi avvincenti e pure con un lieto fine. Un ritocco al cast, e passare in “prime time”– leggasi in primissima fascia nella classifica – potrebbe davvero essere un traguardo a portata di mano, buttando il telecomando.

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