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Martedì, 23 Aprile 2024
Calcio

L'Italia senza un bomber, ma in B è nata una stella: Mulattieri

Mentre il ct Mancini pesca addirittura in Argentina per sopperire all'emergenza-attaccanti, nella capolista cadetta Frosinone è esploso a suon di gol il 23enne cresciuto nell'Inter

Ma è proprio vero che in Italia non ci sono più attaccanti? A guardare le convocazioni del ct Mancini in questi giorni, sembrerebbe di sì, tanto che il tecnico della Nazionale è arrivato fino in Argentina per pescare una punta a cui affidare la maglia numero nove azzurra, rimasta orfana di Immobile, Raspadori e non solo in vista degli imminenti impegni di qualificazione agli Europei 2024 contro Inghilterra e Malta. Ma sulle scelte del ct si discuterà a lungo. Già, perché mentre Mancini spiava le partite del campionato argentino, nella nostra serie B faceva faville un ragazzo dal volto pulito e dal gol facile di nome Samuele Mulattieri, classe 2000, bomber in doppia cifra del Frosinone capolista della cadetteria con un piede e mezzo già nella serie A 2023/2024.
Mulattieri non ha mai giocato in serie A finora in carriera: cresciuto nello Spezia e poi nella Primavera dell'Inter, per farsi largo nei professionisti ha dovuto fare le valigie e andare in Olanda, al Volendam di Wim Jonk. Lì la fiducia non gli è stata negata, anzi. Oltre a fare esperienza e segnare gol a raffica (18 in 30 partite), nei Paesi Bassi ha anche imparato a suonare il pianoforte... E al ritorno in patria, nella passata stagione, in serie B con il Crotone, un ottimo impatto e 6 gol totali, anche se la squadra affondava ed è tornata in C. Ma Mulattieri, ancora legato all'Inter, era monitorato da tanti. Compreso Fabio Grosso, uno che di giovani ne capisce. L'eroe di Berlino gli ha dato spazio e consigli. Così Mulattieri è esploso, segnando 10 gol in 25 partite finora. Tanto che l'Inter adesso pensa già al suo futuro: in arrivo un prolungamento di contratto.
Mulattieri, 22 anni, ha già vestito la maglia dell'Italia: Under 18, Under 21. Questo rende ancora più inspiegabile il fatto che a Coverciano nessuno suggerisca il suo nome a Mancini in un momento di emergenza. A lui interessa poco: il bomber ligure del Frosinone studia per migliorare (si è pagato di tasca Wyscout e si rivede sempre per capire come e dove commette errori in campo), suona e dipinge per rilassarsi e scacciare la pressione.
Il suo posto nel calcio che conta presto ci sarà. Se lo conquisterà sul campo, e allora sì che Mancini non potrà più voltarsi dall'altra parte. Perché l'Italia è ancora la patria di grandi attaccanti. Basterebbe andarli a vedere. E magari farli giocare. Come fa il Frosinone.
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