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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Juventus, Milan e adesso l'Inter: il Sassuolo si conferma "ammazzagrandi"

Dopo le affermazioni allo Stadium ed a San Siro contro il "Diavolo", la formazione di mister Dionisi abbatte a domicilio anche i nerazzurri, eguagliando l'impresa della Fiorentina nella stagione 1955/56

Professione, ammazzagrandi. Perché un indizio, da solo, resta tale, due possono essere una coincidenza ma tre costituiscono una prova, come scrisse Agatha Christie. Ed il Sassuolo diventa così piacevolmente colpevole del reato di omicidio delle big di serie A: tre delitti perfetti, come perfetta è stata la condotta di gara della formazione neroverde che nel corso del torneo è andata dapprima ad espugnare 2-1 lo “Stadium”, a fine ottobre, ripetendosi un mese più tardi a San Siro contro il Milan (3-1) ed infine, per una sorta di par condicio calcistica, a sfilare dalle tasche dell’Inter i tre punti a Milano con un successo all’inglese. Impresa che riuscì nella storia del calcio italiano solo un’altra volta, nel torneo 1955/56: era la Fiorentina di Bernardini, quella che dopo aver pennellato di viola il bianco-rosso-nerazzurro delle prime della classe, si cucì sul petto il tricolore.

Come contorno alle tre pietanze principali, gli emiliani si sono poi anche tolti altre soddisfazioni, come stendere la Lazio al Mapei Stadium, far tribolare la Fiorentina al “Franchi” (andata sotto 2-0 prima di recuperare il doppio svantaggio) ed una Roma capace di salvarsi al 94’: roba da far sudare freddo il Napoli, insomma, che aspetta il Sassuolo al “Maradona” il 1° maggio, quando i destini della corsa scudetto potrebbero ancora non essersi consumati. E solo la strana allergia alle formazioni di bassa classifica, e la vera e propria idiosincrasia per Genova (tre pareggi ed una sconfitta nelle quattro sfide contro Genoa e Sampdoria) hanno impedito al Sassuolo di volgere uno sguardo maggiormente interessato alla lotta per l’Europa, visto che i dodici punti di vantaggio sulla zona retrocessione autorizzano a dormire tra due guanciali ma i dieci di distacco dal sesto posto non permettano di sognare un tour europeo, come capitato sei stagioni or sono con l’esperienza nella fase a gironi di Europa League.

Il segreto di un buon piatto dipende, poi, anche dalla bravura dello chef. E Alessio Dionisi, da Abbadia San Salvatore, ne ha dato dimostrazione non solo bypassando il pagamento del dazio del noviziato, in qualità di tecnico all’esordio in serie A, ma anche conferendo sin da subito al gioco degli emiliani quel connotato di esclusività, dove il gusto – per rimanere in campo gastronomico – delizia il palato pur mal conciliandosi in certi casi con la sostanza. Il che non significa arabescare senza costrutto in mezzo al campo, ma a volte privilegiare il giocare a viso aperto, il non sciupare palloni a scapito di una praticità, di un pragmatismo che, indubbiamente, si sarebbe tradotto in qualche punto in più. Il vero valore aggiunto conferito da Dionisi al Sassuolo è stato comunque ricalcare il lavoro portato avanti negli anni da De Zerbi nelle stagioni passate adattandolo al nuovo organico, con fantasia al potere dalla tre quarti in su (Traorè e Berardi in primis) più l’abbinamento fosforo e legna nella zona nevralgica del campo (Maxime Lopez e Frattesi).

Infine, la logica del privilegiare il chilometro zero – leggasi il Made in Italy – ha nel caso del Sassuolo portato i suoi frutti. A cominciare dalla porta, con l’affidabilità data da Consigli, per proseguire con Frattesi in mediana – già nel mirino di tanti top club – e dal pacchetto avanzato col trio Raspadori, Scamacca e Berardi, arrivati in tre a quasi trenta gol. Ed un asterisco, doveroso, da posizionare proprio accanto al nome di Berardi, che oltre ad essere il secondo atleta nella storia neroverde per numero di presenze, è attualmente l’unico giocatore tra i maggiori cinque campionati continentali ad andare in doppia cifra come gol e assist (10+10 fino ad ora).
I punti del Sassuolo ora sono diventati trentatré, accompagnati dai complimenti, tanti, almeno quanto i corteggiatori dei pezzi pregiati dell’organico emiliano specialista in imprese. E con cui le big che vogliono cucirsi sul petto lo scudetto devono sempre fare i conti, anche se l’incrocio in calendario non sarà mai elevabile al rango di scontro diretto.

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