rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Scamacca, Lucca e gli altri: è fuga di talenti dall'Italia

Continua l'esodo di giovani promettenti già nel giro delle nostre Nazionali minori, verso altri campionati europei: perché le big della serie A si lasciano scappare i talenti nostrani?

"E poi se ne vanno tutti, da qua se ne vanno tutti. Non te ne accorgi ma da da da qua se ne va vanno tutti". Così cantava qualche tempo fa Caparezza nella sua "Goodbye Malinconia". Parole che calzano alla perfezione al momento del calcio italiano. E' l'estate della fuga all'estero di alcuni dei migliori giovani talenti emersi nell'ultima stagione tra serie A e B. Scamacca, Lucca, Udogie, Viti, rispettivamente classe 1999, 2000, 2002, 2002. Quattro potenziali componenti della Nazionale italiana del futuro (e del presente) fanno le valigie e vanno via. Un esodo che continua, dopo Donnarumma e Gnonto, che assieme a Verratti costituiscono tre pilastri di un'Italia che esporta talento fuori dai suoi confini.
L'addio di Udogie (per ora un arrivederci visto che resterà in prestito ancora un anno a Udine), dall'Udinese al Tottenham per 25 milioni e contratto quinquennale dal 2023, è l'ultimo dei quattro in ordine cronologico. Prima fu Scamacca dal Sassuolo al West Ham, poi Lucca dal Pisa all'Ajax (primo italiano nella storia dei Lancieri) e Viti (dall'Empoli al Nizza). Il prossimo dovrebbe essere Casadei, il gioiellino dell'Inter conteso dal Chelsea e dai francesci della Costa Azzurra, che hanno puntato con decisione sul talento emergente italico per rinnovare le loro ambizioni (ci provarono anche con Balotelli, ma SuperMario si rivelò una delusione anche oltre le Alpi).
Per giocare con continuità, per dimostrare il loro valore e per diventare Giocatori di prima fascia con la G maiuscola, la meglio gioventù italiana è costretta ad andare all'estero, senza essere stritolati dai media, dalle statistiche e dai dubbi, infiniti, sulla loro affidabilità ad alti livelli. Ci sono in ballo fior di milioni, che fanno comodo alle società titolari dei loro cartellini e anche ai loro procuratori, ma la realtà è che nessun grande club italiano si è imposto per averli. Cosa manca alle nostre società di A? La fiducia e la pazienza. Le doti che fuori dalla nostra serie A hanno invece in tanti, e che i giocatori percepiscono non appena arrivati nelle nuove destinazioni. Se il ct della Nazionale Roberto Mancini  parla così dei loro addii all'Italia (“Così si cresce. I nostri a 18 anni sono ancora in Primavera: all'estero giocherebbero tutti”), significa che il quadro è chiaro e che il problema è reale.
E' difficile da immaginare, ma è realtà: nessuna squadra in Italia ha avuto il "coraggio" e la determinazione di puntare su Scamacca, Lucca, Udogie o Viti. Per Juve, Milan, Inter, Napoli, Roma o Lazio, solo per citare delle possibili pretendenti, questi ragazzi non meritano un investimento milionario a lungo termine. Meglio andare a pescare all’estero, magari pagando meno ma rischiando clamorosi flop o prendendo giocatori già a fine carriera, piuttosto che costruire in casa il futuro del nostro calcio.
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scamacca, Lucca e gli altri: è fuga di talenti dall'Italia

Today è in caricamento