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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Perché la Serie B continua a riempire gli stadi

Pubblico record nella 35a giornata: per l'ennesima volta in questa stagione superato il tetto dei 100mila spettatori sugli spalti

Con la 35a giornata, dove si sono toccati vari record di pubblico (come a Frosinone, Venezia, Brescia e Como e dove per la sesta volta si è fatto il sold out a Bolzano), la Serie B celebra per la 14a volta in stagione gli oltre 100mila spettatori in una giornata. Per la precisione, 107.816 il totale del pubblico registrato negli stadi durante questo turno, nono posto stagionale, con il Bari che ha fatto da mattatore con 20.448 biglietti staccati e con lo stadio di Cagliari e lo Stirpe di Frosinone a seguire sul podio.
Resistono quindi gli oltre 131mila della 31a giornata, attualmente il dato più alto quest'anno. I numeri registrati tra il 30 aprile e il primo maggio fanno salire la media a circa 98mila spettatori per turno. Per trovare una cifra simile bisogna risalire alla 2002/03 (con Napoli, Samp, Genoa, Palermo, Lecce e Hellas Verona in campo), torneo in cui la media fu di 103.590. Con quasi tutti i verdetti da assegnare, però, non è escluso che il dato salga ancora: l'obiettivo è quota 100mila.
Perché la Serie B continua ad attrarre ancora oggi tanto pubblico negli stadi, nonostante l'ampia copertura televisiva e in streaming garantita dai vari possibili abbonamenti alle emittenti pay per view? Le risposte possono essere tante. E marcano tutte una netta differenza (in positivo) con la tanto agognata serie A.
Il campionato di B affascina perché coinvolge molte città medio grandi della provincia italiana, che spesso sfidano formazioni vicine accendendo rivalità campanilistiche mai sopite, o che altrettanto spesso si ritrovano nello stesso campionato club scudettati e di grande tradizione o nobili decadute (in questa stagione il Genoa, mentre l'anno prossimo, ad esempio, tornerà tra i cadetti la Samp).
A livello tecnico, resta il più grande serbatoio della massima serie, con giovani italiani o stranieri che siano pronti a farsi largo poi in A e nel calcio internazionale. Discorso identico vale per gli allenatori: Fabio Grosso è l'ultimo di una lunga serie di tecnici sbocciati in B a suon di promozioni. Gilardino potrebbe seguirlo a ruota nei prossimi giorni. La qualità del calcio mostrato dalla maggior parte delle squadre cadette convince, piace e diverte. Si specula poco, e chi lo fa raramente raccoglie risultati. Vince chi se la gioca, chi ha i migliori talenti, chi sa investire sui giovani e sullo scouting. E anche sul marketing, perché no. La passione dei tifosi della serie B, che si riversano ogni sabato negli stadi, si misura anche negli store ufficiali dei club. Le maglie, le sciarpe e il marchandising delle formazioni del nostro secondo campionato nazionale sono ormai oggetti di culto per i tifosi delle rispettive città. Probabile che a Bari, oggi, una maglia di Cheddira valga molto più di quella di Messi o Neymar. E' la serie B, bellezza.
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