rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcio

L’importanza di essere Abraham, gladiatore umile e sempre decisivo

L'attaccante inglese è a quota 25 reti, ad un passo dal suo record personale: i suoi gol, basilari contro il Vitesse ed il Leicester in Conference League, dovranno ora spingere la Roma nella volata per confermare la quinta posizione

Nella richiesta rivolta ai fotografi, che lo stavano immortalando durante la festa sul campo seguente alla conquista della finale di Conference League, c’è molto di Tammy Abraham. Quel voler indicare i tifosi, autentico valore aggiunto nella semifinale di ritorno col Leicester vinta dai giallorossi, invitando a spostare l’inquadratura degli obiettivi sul pubblico dell’Olimpico, racchiude l’essenza di un giocatore che è uno dei simboli della stagione della Roma: umile sempre, decisivo spesso, arrendevole mai.
Se Mourinho, nell’immaginario collettivo, è già stato incoronato Re, la punta londinese ha meritato indubbiamente un titolo nobiliare. Sir Tammy, baronetto del gol, ha dimostrato sul campo la sua imprescindibilità, e la sua firma in calce su alcune delle gare fondamentali di campionato e coppa sta a dimostrarlo.

Per cominciare, la finale di Tirana di Conference League (competizione nella quale ha finora tenuto una media di una rete ogni 92’) passa attraverso l’1-0 griffato nel return-match contro il Leicester, ma anche nel gol siglato nell’1-1 che ha evitato l’extra time nel turno precedente contro il Vitesse. In campionato, l’elenco è ancora più lungo: pesantissimi i sigilli nei successi di misura contro Udinese, Torino, Spezia ed Atalanta, come le doppiette che hanno spalancato le porte alle vittorie nel derby di ritorno contro la Lazio e ad Empoli, segnale inequivocabile che quando serve, a stappare le partite ci pensa soprattutto lui. A poche gare dal termine della stagione, Abraham è già a quota 25 centri: uno in meno del suo record personale, stabilito in due momenti differenti della sua carriera, quando ha vestito (campionato 2016/2017) la maglia del Bristol City e ventiquattro mesi dopo quella dell’Aston Villa, club che però militavano entrambi nella seconda serie inglese.

La rincorsa della Roma alla Conference League, insomma, dipenderà – anche – dai suoi gol. Come quella al quinto posto, che a tre giornate dalla fine è insidiato tecnicamente anche dall’Atalanta e dalla Fiorentina, non solo dalla Lazio. Anche per mantenere l’attuale posizione i centri di Sir Tammy saranno basilari, visto che la Serie A da un po’ non lo vede più esultare: il tabellino marcatori lamenta la sua assenza proprio dalla stracittadina coi biancocelesti, risalente ormai a fine marzo, sebbene l’inglese abbia messo lo zampino nella rete che ha permesso alla squadra di Mourinho di pareggiare contro il Napoli. Un digiuno, in termini di tempo, analogo a quello dello scorso ottobre, quando rimase a secco per sei incontri. Per restare nella “top 5” del torneo, la Roma ha bisogno del suo marchio: Abraham, umile e gladiarorio come sempre, è pronto ad accontentarla ancora.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’importanza di essere Abraham, gladiatore umile e sempre decisivo

Today è in caricamento