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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Gli italiani dello Shakhtar Donetsk in hotel a Kiev: "Vogliamo tornare in Italia"

A Today parla il preparatore atletico della squadra ucraina allenata da De Zerbi, Marco Marcattilii: "Non ci aspettavamo un attacco imminente, e invece... attendiamo notizie da Farnesina e ambasciata per lasciare il Paese. Parlare di calcio qui ormai non ha senso"

"Ciao Marco, come stai?", chiediamo subito al telefono. "Bene, ma stavo meglio ieri... Siamo in hotel, ma attendiamo notizie dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana per capire come fare a tornare in Italia al più presto”. Dall'altra parte a risponderci è Marco Marcattilii, 48 anni, preparatore atletico dello Shakhtar Donetsk, abruzzese di Tortoreto, che da Kiev racconta a Today le prime ore di guerra nella capitale ucraina.

Marcattilii fa parte dello staff tecnico tutto italiano dell’allenatore Roberto De Zerbi, arrivato la scorsa estate sulla panchina del potente club del Donbass (ci sono anche Davide Possanzini, Vincenzo Teresa, Agostino Tibaudi, Giorgio Bianchi, Paolo Bianco e Salvatore Monaco).

La scorsa notte il sinistro rumore delle bombe, la paura, l’inizio di un incubo. Anche per loro, al sicuro dentro la struttura alberghiera del club, l'Hotel Opera, che da mesi ha spostato la sua sede calcistica e logistica a Kiev, costretta a lasciare la sua regione, il Donbass, e la sua città, oltre al futuristico e modernissimo stadio di proprietà, la Donbass Arena, ormai devastato dalle bombe russe già da tempo prima dell’inizio dell’invasione. La squadra era rimasta al riparo dalle tensioni politiche e belliche delle ultime settimane durante il ritiro al caldo delle spiagge di Belek, in Antalya. Il rientro domenica scorsa per tornare a respirare il clima campionato: nel fine settimana era in programma la sfida al Metalist. In patria, invece, lo Shakhtar ha trovato il clima di guerra. Quella vera, non sportiva.

“Nei giorni scorsi, appena rientrati dal ritiro in Turchia, avevamo deciso di restare qui per non abbandonare il club e i colleghi ucraini, a cui volevamo essere riconoscenti per tutto quello che stanno facendo per noi in questi mesi - dice ancora a Today il preparatore atletico abruzzese - . Certo, non vedevamo l’imminenza di un attacco e di una guerra, anche se ci era stato consigliato di lasciare il Paese. Invece avete visto tutti cos’è successo nelle ultime ore”, il racconto di Marcattilii, che aggiunge: “Attendiamo le evoluzioni di questa situazione, per noi e per tutto il popolo ucraino. Visto che ora il calcio è passato in secondo piano, vogliamo rientrare in Italia. Ma lo spazio aereo è chiuso e ai confini ci sono chilometri di code: la gente ha paura e in poche ore ha deciso di lasciare il Paese. Non possiamo far altro che attendere”.

La federazione calcistica ucraina ieri ha immediatamente sospeso il campionato di calcio locale per i prossimi trenta giorni, ma è chiaro che la stagione potrebbe anche essere già finita. Lo Shaktar si è allenato mercoledì scorso per l’ultima volta. “Non ci sono più i presupposti per proseguire…”, le parole del fedelissimo di De Zerbi: insieme a Foggia, Benevento, Sassuolo e ora a Donetsk.

La famiglia aspetta Marco Marcattilii a casa a Tortoreto, non senza preoccupazione. Fino a Natale la moglie e i figli erano con lui a Kiev. Poi il rientro tutti insieme per le vacanze in Abruzzo e, dopo la sosta natalizia, la partenza della squadra, che si è ritrovata in Turchia per allenarsi al caldo durante il classico stop invernale al campionato. Marcattilii aspettava la famiglia per il prossimo 20 marzo nella capitale ucraina. Ora spera di essere lui a raggiungerli in Abruzzo, e anche al più presto possibile.

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