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Giovedì, 18 Aprile 2024
Calcio

West Ham United, alla scoperta degli avversari della Fiorentina nella finale di Conference League

Il club londinese, che vanta un record di tredici vittorie ed un pareggio nella manifestazione, è alla terza finale europea della sua storia, dopo quelle in Coppa delle Coppe

Arriva dalla capitale dell’Inghilterra, per la precisione da un borgo orientale facente parte dell’anello esterno della grande Londra, l’ostacolo che si frappone tra la Fiorentina e la Conference League. Si scrive West Ham United, si legge più semplicemente West Ham, nome del distretto di Newham che ospita la sede del club il quale nel calcio d’oltremanica ha già un connotato di unicità: è la sola squadra del calcio british ad aver vinto una competizione europea senza mai cucirsi sul petto lo scudetto. Record singolare che l’accomuna, in Europa, al Parma in Serie A, al Bayer Leverkusen in Bundesliga ed alle spagnole Real Saragozza e Villareal. Il trofeo continentale in questione è quella Coppa delle Coppe (conquistata nella finale contro il Monaco 1860) che gli Hammers alzarono nel biennio d’oro 1963-65, in cui nella bacheca dei londinesi finirono anche la FA Cup e la Supercoppa nazionale. Una doppietta che peraltro venne sfiorata una decina d’anni dopo, quando alla seconda vittoria nella Coppa d’Inghilterra corrispose la seconda finale europea, ancora in Coppa delle Coppe, però stavolta persa a maggio del 1976 a Bruxelles contro l’Anderlecht.

Dopo la terza FA Cup, vinta a primavera del 1980, ed il miglior risultato di sempre in Premier (terzo posto alle spalle di Liverpool ed Everton nel torneo 1985/86), dalle parti di West Ham arrivano anni di digiuno, che nemmeno i corposi investimenti degli anni 2000 – arrivarono tra gli altri i nazionali argentini Carlos Tévez ed Javier mascherano – riescono ad interrompere. Una riscossa parziale è arrivata così negli ultimi ventiquattro mesi: un sesto ed un settimo posto che hanno regalato due pass per le coppe europee. Dodici mesi fa l’eliminazione in semifinale di Europa League per mano dell’Eintracht Francoforte poi campione, ora la finale di Conference che attenua l’amarezza per il secondo peggior risultato degli ultimi dieci anni in Premier (14° posto, meglio solo dell’anno 2019/2020 in cui gli Hammers chiusero sedicesimi) e per le uscite di scena in Fa Cup e Coppa di Lega rispettivamente contro Manchester United e Blackburn.

La gestione Moyes negli ultimi due mesi di stagione è stata piuttosto lineare per ciò che concerne la divisione dei ruoli nelle due competizioni. In prossimità dei match di Conference League, divenuta il principale – ed unico - obiettivo perseguibile (in cui i londinesi, contando anche il preliminare, hanno l’invidiabile record di tredici vittorie ed un pareggio), spazio in campionato ai giocatori meno...indispensabili. Che poi sono coloro i quali hanno giocato con regolarità nella prima fase della competizione continentale, tra cui il jolly offensivo spagnolo Pablo Fornals, la bandiera Lanzini (trequartista argentino con oltre 200 gettoni in maglia West Ham), gli italiani Ogbonna (che ha anche indossato più volte la fascia di capitano) ed Emerson Palmieri (sorpassato nelle gerarchie dall’esperto Cresswell) nonché la punta britannica-giamaicana Michail Antonio, ora fisso al centro dell’attacco vista l’indisponibilità di Scamacca.

Gli elementi di maggior spicco sono però il centrale difensivo Nayef Aguerd, punto di forza della nazionale marocchina semifinalista a Qatar 2022, e soprattutto il regista Declan Rice, da un paio di anni a questa parte colonna della nazionale inglese. In avanti, gol ed imprevedibilità sono garantiti dagli esterni offensivi Jarrod Bowen (miglior rifinitore degli Hammers con nove assist all’attivo oltre a dodici centri) ed al franco-algerino Said Benrahma, col supporto dell’ex Milan Lucas Paquetá schierato generalmente in posizione centrale.

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