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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio

Zorya-Roma, tre punti "Made in England" e spunti interessanti

I giallorossi calano il tris in Ucraina, grazie alle reti di Smalling ed Abraham seguenti all'1-0 siglato da El Shaarawy. Bene la "linea verde": Calafiori si conferma in netta crescita, bella prova del gambiano Darboe

"Mi è piaciuto il risultato. Alla fine è quello che conta”. La dichiarazione a fine match di José Mourinho ha come sottotesto “prendere l’intera posta in palio senza rischiare nulla”, ed è quello che in fin dei conti fa la Roma nel secondo match del girone di Conference: batte lo Zorya Luhansk, iscrive tre punti a bilancio, facendo al contempo riposare gli affaticati e concedendo minutaggio a chi, finora, ne ha avuto meno. E poco importa se per blindare il risultato dopo un’ora di gioco si debba fare ricorso all’artiglieria più pesante (Zaniolo ed Abraham): le lunghezze nella graduatoria del gruppo C diventano sei, nessun infortunio o problematica fisica da segnalare e qualche interessante riscontro dal fronte ‘seconde linee’. O presunte tali.

Intanto, la gara contro gli ucraini sembra delineare con ulteriore precisione le gerarchie di Mourinho. Che, ad esempio, continua a regalare a Borja Mayoral solo spiccioli di partita (Shomurodov titolare e l’iberico dentro per un quarto d’ora a risultato acquisito) e non concede una chance all’americano Reynolds, preferendo dirottare Ibanez sulla corsia difensiva destra. In seconda istanza, arrivano buone notizie dalla ‘linea verde’: se infatti Calafiori ha dimostrato di essere in crescita costante aspirando ad essere qualcosa di più di una semplice alternativa, a colpire positivamente sono state personalità e sicurezza mostrate da Darboe.
Il gambiano aveva avuto il suo magic moment nello scorso maggio: in meno di un mese l’esordio in serie A contro la Sampdoria, pochi giorni dopo il debutto in Europa League contro lo United, il 9 maggio per la prima volta nell’undici titolare in serie A col Crotone ed il 15 maggio, schierato tra i titolari, vince il derby di Roma, prima di ricevere – il 24 – la prima convocazione con la maglia della nazionale del suo paese, esordendo contro il Niger ad inizio giugno. Ora, il Mou lo getta nella mischia accanto a Cristante, ricevendo in cambio l’imbucata per l’1-0 di El Shaarawy e vedendolo sfiorare il raddoppio. “Ha dato equilibrio, buone scelte palla al piede e legge molto bene i movimenti difensivi, mi è piaciuto veramente”, le parole dell’allenatore che potrebbe pensare a lui come ‘scudiero’ di Veretout e Cristante, sebbene il tecnico portoghese abbia concesso spazio nel match anche a Diawara e Villar.

Poi, ci sono le conferme: di Abraham, che entra ed in una manciata di minuti timbra un palo e cala il tris (prima doppietta “Made in England” nella storia giallorossa), di un El Shaarawy arrivato al quarto centro nelle ultime cinque uscite europee, ma anche di Smalling, che seppur con qualche incertezza nella fase difensiva ha dimostrato di essere ‘sul pezzo’ prendendosi anche la soddisfazione di realizzare il 2-0 (quarto gol con la maglia giallorossa). “Dal momento in cui Smalling è stato recuperato – precisa il tecnico della Roma - è sempre stato a disposizione. Quando è entrato dalla panchina ha fatto sempre buone prestazioni e con l'assenza di Mancini poteva guidare il reparto difensivo. Ha giocato molto bene e ha fatto gol che è importante per un difensore”. E disporre del centrale di Greenwich al top della forma, potrebbe davvero fare molto comodo ai giallorossi.

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