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Martedì, 21 Marzo 2023
Calcio / Milano

È morto Carlo Tavecchio, ex presidente Federcalcio

Ha ricoperto il ruolo dal 2014 al 2017, aveva 79 anni. Nella sua carriera di dirigente è stato anche presidente della Lega nazionale dilettanti

L'ex presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio è morto nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2023. Ha ricoperto il ruolo dal 2014 al 2017. Aveva 79 anni ed era nato a Ponte Lambro, in provincia di Como. Era ricoverato da giorni all'ospedale di Erba.

È stato il più pittoresco tra i presidenti della Federcalcio e rappresenta un pezzo di storia del calcio italiano.
Dopo la mancata qualificazione al Mondiale in Russia, si dimise uscendo dal mondo del calcio. Due anni fa il rientro, nei dilettanti, alla guida del Comitato regionale della Lombardia. Lunedì 30 i funerali a Ponte Lambro.

"Non vogliamo qui ricordare il prestigioso e inimitabile curriculum sportivo del Presidente, già dirigente di società e dirigente federale partito dal Comitato lombardo per approdare alla Presidenza della Lega Nazionale Dilettanti prima e della Federazione Italiana Gioco Calcio poi mettendosi di nuovo a disposizione del Crl dal 9 gennaio 2021, ma vogliamo tenere impresso nelle nostre menti e nei nostri cuori l'uomo brillante, dallo smisurato spirito di servizio e battagliero nel portare avanti tutte le istanze in favore del tanto amato mondo del volontariato e del sociale espresso dal calcio dilettantistico e giovanile. Caro Presidente, hai corso per tutta la Tua vita a massima velocità: ora riposa in pace", si legge in una nota pubblicata sul sito del Comitato Regionale lombardo della Lega nazionale dilettanti.

"Una giornata buia perché è andato via un amico. È andato in luogo dove si è sempre presenti e dove un giorno ci ritroveremo". Così il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi. Il ministro ha anche ricordato la corsa alla presidenza della Federcalcio che lo vide contrapposto a Tavecchio nel 2017, con il successo del suo avversario. "Carlo ha segnato una parte importante della mia vita e tutto sommato ha rappresentato un modo con il quale ci si può confrontare, perché si può competere ma ci si può anche rispettare. Tavecchio ha vinto e io ho perso, ma ciò non ha mai cambiato il nostro rapporto, abbiamo avuto una competizione corretta e forse ci siamo voluti anche più bene dopo", ha concluso il ministro.

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