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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Lega Serie A contro il decreto Dignità: ecco perché

Le norme che vietano la pubblicità da parte delle aziende di scommesse fanno tremare il mondo del calcio: "Palese disparità rispetto alle altre nazioni in Europa"

La Lega Serie A segue "con estrema preoccupazione" l’iter di conversione del “Decreto Legge Dignità” e l’impatto sul calcio italiano delle norme che vietano la pubblicità da parte delle aziende di scommesse. La ludopatia è un fenomeno sociale gravissimo, intendiamoci, ma i timori della Lega hanno un fondamento nei numeri.

L'organo che gestisce i più importanti tornei calcistici italiani sottolinea "la palese disparità rispetto alle altre nazioni in Europa e nel resto del mondo, dove non esistono divieti di questo tipo, ed evidenziando le negative conseguenze in termini di indotto e occupazione in Italia dovute all’introduzione di tale misura, la Lega Serie A ricorda che nella stagione 2017/2018 dodici Società del massimo campionato hanno sottoscritto un accordo di partnership con aziende del comparto betting, il quinto settore come investimenti nella classifica delle sponsorizzazioni di maglia nei sei principali tornei europei". 

Il modello è la Premier League

Basta guardare quanto accade in Premier League, "da tutti individuata come benchmark per la riconosciuta capacità di generare risorse", dove al momento il 45% dei club ha una società di gaming come sponsor di maglia e in tutti gli stadi, sui led a bordocampo, appaiono pubblicità di aziende di betting. Il World Football Report 2018 di Nielsen Sports certifica che in dieci anni, tra il 2008 e il 2017, il totale degli investimenti riversati sui sei maggiori campionati europei di calcio da parte delle società di giochi e lotterie è stato pari a 633 milioni di dollari.

Il lato oscuro del "decreto dignità": senza pubblicità dei giochi lo sport italiano va in crisi

Impedire alle aziende di questo settore di investire in promozione nel nostro Paese "porterebbe svantaggi concorrenziali ai club italiani, dirottando all’estero i budget pubblicitari destinati alle nostre squadre" secondo la Lega, che evidenzia come lo Stato italiano perderebbe, nel corso dei prossimi tre anni, sino a 700 milioni di gettito proprio come conseguenza del divieto per questa tipologia di advertising.

Lotta alla ludopatia

La Lega Serie A, nell’abbracciare e condividere appieno l’intento degli articoli relativi alla lotta alla ludopatia, ritiene che le misure attualmente individuate non siano realmente efficaci per arginare tale dipendenza, che andrebbe invece posta sotto i riflettori attraverso programmi di educazione, prevenzione, sensibilizzazione e disincentivo al gioco patologico. A tal proposito la Lega Serie A ricorda che "da quattro stagioni organizza, per tutti i calciatori e gli staff tecnici delle Prime Squadre e delle formazioni Primavera dei propri club, giornate di formazione contro il match-fixing, con evidenti effetti positivi sulla conoscenza del fenomeno per i propri tesserati. Iniziative di questo tipo vanno sostenute e moltiplicate, considerandole realmente utili per informare e prevenire. La Lega Serie A, con le sue Società, è da sempre impegnata nella diffusione della pratica responsabile del betting e ritiene che l’introduzione di questo provvedimento, così come approvato dal Consiglio dei Ministri, proibendo ogni forma di comunicazione e pubblicità, favorisca inoltre il proliferare di operatori non autorizzati alla raccolta e il diffondersi del gioco sommerso e clandestino, individuato dagli esperti come la vera causa delle ludopatie.

L'appello è chiaro: rivedere e correggere il decreto dignità, al fine di individuare "soluzioni concrete che impattino realmente sul contrasto alla dipendenza da gioco" e "preservino allo stesso tempo l’occupazione e l’indotto del settore".  

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