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Giovedì, 25 Aprile 2024
La querelle / Australia

Djokovic ha vinto il ricorso sul visto, ma non è finita

Al tennista serbo era stato negato la scorsa settimana il documento di ingresso nel Paese. Il governo federale, tuttavia, potrebbe ribaltare la decisione

Il giudice del tribunale di Melbourne, Anthony Kelly, ha annullato la decisione del governo australiano di invalidare il visto di Novak Djokovic e ha ordinato il suo rilascio dalla quarantena. Al campione era stato negato la scorsa settimana il documento di ingresso nel Paese, perché non è vaccinato contro il covid. Gli è stato restituito il passaporto ma non è ancora detto che possa giocare gli Australian Open (al via lunedì 17 gennaio), perché il governo australiano può ancora ordinare l'espulsione del tennista dal Paese.

Djokovic ha vinto il ricorso sul visto, ma ora il governo può opporsi

In particolare, la corte ha deciso che Djokovic può essere rilasciato dopo che il giudice ha constatato irragionevolezza nel modo in cui il responsabile alla frontiera ha preso la decisione di cancellare il visto del tennista. Nell'udienza di oggi, i legali di Djokovic hanno cercato di dimostrare la validità dell'esenzione dal vaccino del serbo dopo che questi aveva contratto il covid lo scorso dicembre.

Secondo il magistrato, Djokovic ha fornito ai funzionari dell'aeroporto di Melbourne un'esenzione medica valida concessa da Tennis Australia. Il ministero dell'Interno australiano dovrà pagare le spese del tennista, come concordato o valutato. Tutti i suoi effetti personali, compreso il passaporto, si legge nel verdetto, devono essergli restituiti "non appena ragionevolmente possibile". Ma per il governo australiano l'infezione da covid non è una motivazione sufficiente per ottenere l'esenzione medica e Novak Djokovic non ha fornito ulteriori prove evidenti di controindicazione al vaccino.

Djokovic, dunque, per il momento ha vinto la sua battaglia e potrà lasciare il Park Hotel, dove era "detenuto", e iniziare a Melbourne la preparazione per gli Australian Open che tenterà di vincere per la decima volta in carriera. Un avvocato del governo, tuttavia, ha fatto sapere che l'Australia può ancora ordinare la sua espulsione dal Paese. Christopher Tran, legale che cura la causa per l'esecutivo, ha affermato che il ministro dell'immigrazione si riserva il potere personale di espellere Djokovic dall'Australia. Se questo dovesse succedere, il serbo non potrebbe rientrare sul suolo australiano per ben tre anni.

Non è detta quindi l'ultima parola, perché il governo centrale australiano potrebbe ribaltare la decisione del giudice togliendo nuovamente il passaporto al campione serbo. "Non vi è alcun suggerimento che il ricorrente (Djokovic, ndr) abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo", si legge nella memoria scritta presentata dal ministro dell'Interno Karen Andrews che ha sottolineato come, qualora il giudice si fosse pronunciato a favore di Djokovic, i funzionari avrebbero potuto annullare il suo visto una seconda volta.

"Djokovic arrestato, sarà espulso". Poi la smentita

Secondo quanto riportato per primo dal Daily Telegraph, Novak Djokovic è stato arrestato a Melbourne. Il governo sembra determinato a espellerlo indipendentemente dalla sentenza del giudice. La notizia è stata confermata anche dalla giornalista Pavlovic McAteer che ha parlato con il padre del tennista serbo. "Presenza significativa della polizia nell'ufficio degli avvocati di Djokovic in Collins St, Melbourne. Furgoni bianchi che si dirigono nel parcheggio sotterraneo. Riferisce che la polizia federale australiana è entrata per arrestarlo. Il ministro dell'immigrazione ha quattro ore per revocare il visto", riporta Oliver Brown del 'Daily Telegraph' su Twitter.

Le voci di un fermo vero e proprio sono state smentite in tarda mattinata.

Il caso Djokovic

Djokovic è arrivato in mercoledì scorso per difendere la sua corona agli Australian Open e cercare di conquistare il ventunesimo titolo del Grande Slam. Al suo arrivo in aeroporto è stato invece interrogato durante la notte, quindi il visto è stato revocato e infine il campione è stato trasferito in una struttura di detenzione per immigrati a Melbourne in attesa dell'espulsione. Si riteneva che Djokovic, non vaccinato, non avesse fornito prove adeguate per un'esenzione medica.

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