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Mercoledì, 29 Novembre 2023

Marco Drogo

Web Editor

Alex Zanardi, 20 anni fa il primo dramma: la lunga lezione del campione

Sono passati vent'anni dal terribile incidente di Alex Zanardi sul circuito del Lausitzring. Rivedere le immagini, ancora oggi, lascia attoniti. Il campione bolognese, classe 1966, un passato importante in Formula  1, dove ha corso per Jordan (1991), Minardi (1992), Lotus (1993-1994) e Williams (1999), era da poco tornato in America, dove aveva ottenuto i suoi risultati più prestigiosi.

Nella categoria Champ Car aveva vinto 2 Mondiali, vincendo 15 Gp e conquistando 27 podi. Zanardi era nato con la passione per i motori e l'aveva voluta portare avanti, riuscendo anche a convincere i genitori, inizialmente contrari perchè avevano perso una figlia, Cristina, in un incidente stradale nel 1979.

Il 15 settembre 2001 la vita di Alex all’improvviso cambia. Tornato in America nella categoria CART, per rilanciarsi dopo la deludente esperienza in F1 con la Williams, stava vivendo una stagione faticosa e altalenante. Nella gara sul tracciato tedesco del Lausitzring partiva ventunesimo e rimontò fino al primo posto. L'episodio che cambiò la sua vita avvenne a 13 giri dalla fine, quando aveva compiuto la sua ultima sosta.

Zanardi, molto probabilmente per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita, all'improvviso perse il controllo della sua vettura. Mentre era in testacoda lungo la pista arrivarono a grande velocità le vetture di Patrick Carpentier, che riuscì a evitarlo e di Alex Tagliani, che purtroppo nulla potè fare per evitare lo scontro.

Il terribile impatto, che colpì perpendicolare la vettura di Zanardi all'altezza del muro, spezzo in due la sua Reunard Honda. I soccorsi furono immediati, ma lo schianto gli provocò, di fatto, l'immediata amputazione di entrambi gli arti inferiori.Zanardi rischiò di morire dissanguato: Il cappellano della serie automobilistica, con dell'olio a motore, gli diede l'estrema unzione.

Ma per Alex Zanardi c'erano altri piani ed era soprattutto lui ad averne. Rimase in coma per quattro giorni e il ginocchio destro gli venne rimosso chirurgicamente. Il suo ricovero durò sei settimane, durante le quali subì una quindicina di operazioni. Di grande aiuto fu il dottor Claudio Costa, il medico del Motomondiale che ha aiutato tanti campioni a risollevarsi.

Poteva disperarsi Alex Zanardi e guardarsi indietro. Invece da questo incidente ha iniziato una seconda vita, scegliendo di continuare a vivere. Una delle frasi più incredibili, che spiegano bene la sua forza, è: “Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa.”

Il 16 dicembre del 2001 stupì il mondo presentandosi alla premiazione dei caschi d’oro di Autosprint. In una serata di grande euforia, mentre venivano celebrate le vittorie di Schumacher e della Ferrari, la sua presenza, in sedia a rotelle, suscitò grande emozione e commozione. Lui come sempre, con incomparabile spirito, sdrammatizzò così: “Sono così emozionato che mi tremano le gambe”.

Seguendo la stessa filosofia decise di tornare nel suo mondo, quello delle corse e nell'occasione disse "se mi dovessi rompere di nuovo le gambe basterebbe una chiave di brugola a rimettermi in piedi", per poi aggiungere che non “correva più il rischio di beccarsi un raffreddore camminando scalzo”.

Nel 2003 volle tornare al Lausitzring, il circuito dove due anni prima era stato vittima del terribile incidente. Ripercorse i restanti 13 giri della gara del 2001, a bordo di una vettura appositamente modificata e fece registrare tempi così veloci da capire che la sua avventura nell'automobilismo non era finita.

Così tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi a bordo di una BMW 320si WTCC del team Italy-Spain la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo. Sempre nello stesso anno, riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo.

Zanardi ha sempre avuto l’idea che, per raggiungere la felicità, lavorare a un progetto è ancora più importante che raggiungerlo. A spingerlo c’è sempre un’infinità curiosità e una grandissima voglia di vivere.

Così, negli anni successivi, mentre rimaneva un pilota prendendo parte a gare di durata e gran Turismo, mentre provava la Sauber di F1 e continuava a alimentare la sua passione per i motori, è nato in lui un nuovo desiderio che gli ha regalato nuova energia.

La sua nuova ‘Sfida’ è stata quello di tuffarsi nel mondo para-olimpico, dimostrandosi un vero e proprio Iron-Man. Ci ha messo tutto il suo impegno e la sua forza e ha raggiunto risultati incredibili. Le medaglie d'oro alle Paraolimpiadi di Londra 2012 e di Rio de Janeiro 2016 l'hanno reso un vero eroe moderno, una fonte d'spirazione per tutti coloro che stanno per lasciarsi andare e che, invece, vedono in lui l'esempio perfetto del 'non arrendersi mai'.

Lo vedono anche oggi, mentre Zanardi continua a lottare per riprendersi dal terribile incidente che ha avuto poco più di un anno fa mentre si stava allenando con molti dei compagni della nazionale di handbike, poi protagonisti alle Paraolimpiadi di Tokyo 2021. A lui hanno pensato quando hanno raggiunto il loro successo. Loro e non solo loro continuano a pensare a tutto quello che gli ha insegnato Alex e non vedono l’ora di rivederlo sorridere.

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