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Martedì, 23 Aprile 2024
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Mancini è il nome giusto per la panchina azzurra?

Il "Mancio" ha vinto quando le proprietà gli hanno permesso di fare campagne acquisti di primissimo livello, dall'Inter di Moratti al Manchester City degli arabi. Poi tante delusioni. Allenare una nazionale in crisi d'identità è una sfida molto più impegnativa

Siamo sicuri che sia Roberto Mancini il nome giusto per guidare la nazionale italiana reduce dal recente "disastro sportivo"? Dopo il no di Carlo Ancelotti, il commissario della Federcalcio Roberto Fabbricini ha confermato che Mancini è stato contattato e incontrato. "C'è stato un incontro tra il vice commissario Costacurta, il team manager azzurro Oriali e Roberto Mancini che ha dato la disponibilità a risolvere il rapporto con lo Zenit e a fare il c.t. della Nazionale. Siamo rimasti d'accordo che cominceremo a parlare di cifre e dei dettagli il 13 maggio, a conclusione del campionato russo".

Nulla di firmato quindi, nulla di deciso, nulla di stabilito. Ma vista la penuria di alternative non sembrano esserci più molti dubbi. Sarà molto probabilmente il tecnico di Jesi a guidare gli azzurri nelle qualificazioni ai campionati europei 2020. E' la scelta giusta? 

La carriera da allenatore del Mancio (quella da calciatore è di livello assoluto) era partita con il botto: la Coppa Italia vinta con la Fiorentina prima e con la Lazio poi, quindi il passaggio all'Inter e i tre scudetti consecutivi (2006, 2007 e 2008). Mancini a quel punto è uno dei tecnici emergenti del panorama europeo, e la chiamata sulla panchina del nuovo Manchester City sembrò la naturale conseguenza. Grazie al super team messo in piedi dalla proprietà araba arrivò il tanto atteso titolo del 2012.

Da allora però i successi veri sono stati pochi, tante le delusioni: l'addio al City, la grigia parentesi al Galatasaray, poi il ritorno all'Inter, con un ottavo e un quarto posto. Da quest'anno siede sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo, ma il titolo della Prem'er Liga è un miraggio. Ora lo aspetta la panchina dell'Italia. Dopo anni con più ombre che luci una sfida molto impegnativa per un allenatore che non ha mai dato l'impressione di poter fare "le nozze coi fichi secchi", situazione dell'Italia pallonara di oggi.

Mancini ha vinto quando le proprietà gli hanno permesso di fare campagne acquisti di primissimo livello, dall'Inter di Moratti al Manchester City degli arabi. Allenare una nazionale in crisi d'identità è una sfida molto più impegnativa. Ma al tecnico di Jesi l'autostima non è mai mancata, e magari è proprio un pizzico di convinzione in più ciò che serve all'Italia per ripartire col piede giusto.
 

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