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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Messi l'evasore: la Pulce e il padre inciriminati dalla magistratura

Leonel Messi, faccia da bravo ragazzo e quattro Palloni d'Oro nella bacheca, a soli 25 anni deve vedersela con un giudice vero e proprio

Leonel Messi e il padre-agente, Jorge Horacio, sono stati incriminati dalla magistratura spagnola per una presunta evasione fiscale di 4 milioni relativi a proventi sullo sfruttamento dell'immagine non denunciati al fisco negli anni dal 2007 al 2009. Siccome l'ammontare è superiore ai 120 mila euro, si ravvisano anche aspetti penali ed è previsto l'arresto. Oggi è stata accolta la richiesta che la settimana scorsa la procuratrice Raquel Amado aveva avanzato al giudice di Gara (cittadina in cui risiede il fuoriclasse argentino). 

La «Pulce» e il padre dovranno comparire in udienza il 17 settembre. Jorge Horacio Messi è il presunto «ideologo» della frode in quanto i primi contratti (FC Barcellona, Banco Sabadell, Danone, Adidas, Pepsi-Cola, Telefonica, Kuwait Food Company e altri sponsor) furono siglati quando Leonel era ancora minorenne. L'incriminazione formale giunge tre giorni dopo le indiscrezioni su un presunto allargamento delle indagini fiscali alle dichiarazioni dei redditi degli anni dal 2010 al 2012. Messi potrebbe ottenere uno scontro considerevole qualora ammettesse l'eventuale evasione, oppure se il padre si assumesse tutte le responsabilità avendo agito per conto del figlio minorenne. 

Però sia il fuoriclasse su Facebook, sia il suo legale, Christopher Martell - uno dei maggiori penalisti di Barcellona - hanno sostenuto dal primo momento che non vi è stata alcuna evasione fiscale. La pensa diversamente la Amado: la «Pulce» e il padre avrebbero simulato la cessione dei diritti di immagine a società strumentali con sede in Belize ed Uruguay, e allo stesso tempo, avrebbero formalizzato contratti di licenza, agenzia o prestazioni di servizio con altre società con sedi in Paesi in cui le norme fiscali sarebbero più convenienti, come la Svizzera e la Gran Bretagna. 

In questo modo, gli emolumenti percepiti da Messi per lo sfruttamento della sua immagine sarebbero transitati dai Paesi europei a quelli dei paradisi fiscali, evitando il fisco spagnolo. Ma le cose non sarebbero andate così secondo gli interessati e anche secondo lo stesso presidente del Barcellona, Sandro Rosell che ha addirittura convocato una conferenza stampa per giurare sull'innocenza del suo pupillo, spiegando che la quota relativa ai diritti di immagine viene inserita nello stipendio e, quindi, non sarebbe possibile sottrarla al fisco. 

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