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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'ultima corsa di Kentucky Kid: Hayden, una vita su due ruote

Nato a Owensboro il 30 luglio del 1981, Hayden ha sempre avuto le moto nel destino. Il suo più grande successo rimane la vittoria nel campionato del 2006, in cui arrivò davanti a Rossi e Pedrosa

Aveva soltanto 36 anni Nicholas Patrick "Nicky" Hayden, il pilota di motociclismo statunitense che oggi, 22 maggio 2017, si è spento dopo cinque giorni d'agonia, in seguito alle ferite riportate dopo un violento incidente in cui era stato coinvolto mentre andava in bicicletta a Riccione

Il pilota, campione del mondo della MotoGP nel 2006, è stato uno dei migliori della sua annata, distinguendosi, oltre che per le sue qualità in pista, anche per il suo lato umano, spesso poco conosciuto quando si parla di star dello sport di questo calibro. Hayden era un uomo che non conosceva paura, abituato sempre a correre, senza curarsi della morte, arrivata purtroppo nel letto dell'ospedale Bufalini di Cesena, dove era ricoverato da cinque giorni.

Kentucky Kid, come era stato soprannominato dai suoi tifosi, era molto affezionato alla sua famiglia. Indossava il numero 69 in onore del papà, anche lui pilota, ed aveva un bel rapporto sia con i suoi due fratelli Roger Lee Hayden e Tommy Hayden, entrambi piloti professionisti, che con le due sorelle. Soltanto nel 2007, anno successivo alla vittoria del MotoGP, decise di utilizzare il numero 1, prima di tornare definitivamente al 69 dalla stagione successiva.

Nicky Hayden, una vita su due ruote

UNA VITA SULLE DUE RUOTE

La passione per le moto arrivò fin dalla tenera età, infatti Hayden passa la sua infanzia già in sella alle due ruote, gareggiando in diversi circuiti da cross, prima dell'esordio internazionale del 1998, anno in cui prese parte al campionato mondiale Supersport ottenendo una wildcard per la prova americana di Laguna Seca . Nel 1999 si laurea campione dell'AMA Supersport con 372 punti e 5 vittorie stagionali in gara. L'anno successivo arriva l'esordio nel campionato AMA Superbike, dove ottiene nove successi. Nel 2003 arriva la prima partecipazione al MotoGP con la RC211V del team Repsol Honda. Quell'anno ha l'occasione di avere come compagno di squadra il pilota più amato dal popolo italiano: Valentino Rossi.
L'anno dopo il compagno di squadra diventa Alex Barros, anche se la stagione 2004 verrà sempre ricordata come una delle più sfortunate per Hayden, che dovette saltare GP del Portogallo a causa di una frattura alla clavicola rimediata in un giro in supermoto.

Dopo vari secondi e terzi posti, la prima vittoria in una gara del MotoGP arriva nel 2005, quando il suo compagno era un altro italiano molto popolare, Max Biaggi. Il suo primo sorriso arriva proprio in casa, nel circuito statunitense di Laguna Seca.
Il 2006 è l'anno del trionfo: con nove podi nelle prime undici gare e due vittorie ad Assen e Laguna Seca, Hayden rimane in testa alla classifica per tutta la stagione, laureandosi per la prima volta campione del mondo, sfruttando al meglio nelle ultime gare, gli errori di Pedrosa e Rossi.

Ma dopo la vittoria del 2006, le prestazioni di Nicky Hayden non furono più all'altezza, motivo per cui nel 2009 passò alla Ducati Marlboro, squadra dove nel 2011 ritrova Valentino Rossi come compagno. Un nuovo passaggio lo porta nel 2014 a gareggiare per il team M7 Aspar, alla guida di una Honda RCV1000R con specifiche Open, con cui conclude la stagione al 16esimo posto. 
Il 2015 chiude la sua ultuma stagione nel MotoGP e il 6 novembre viene inserito nella "Hall of Fame" del motomondiale.
Dopo 13 anni decide di cambiare categoria, passando nel 2016 al mondiale Superbike, alla guida di una Honda CBR1000RR SP del team Honda World Superbike. Rimane nella categoria anche nella stagione successiva, prima del fatale incidente, che gli è costato la vita.

Addio campione, continua a correre. 

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