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Martedì, 16 Aprile 2024

Stefano Pagliarini

Responsabile redazione

Il bus scoperto e la festa in piazza: la resa di un Governo che perde credibilità

Ma come? Per un anno e mezzo ci hanno tenuti segregati dentro casa, mentre alla televisione il nostro cervello veniva bombardato dalle teorie più disparate degli scienziati, in prima linea a teorizzare tutto e il contrario di tutto; hanno chiuso il commercio e il turismo perché, non senza una certa spocchia, rispondevano a chi ne chiedeva conto che “per noi la salute pubblica viene prima di tutto”; ci hanno chiesto un pesante tributo per il portafoglio e il nostro equilibrio psico-fisico, ci hanno imposto il coprifuoco come se fossimo in guerra, ci hanno tolto la scuola con danni incalcolabili per il futuro dei nostri giovani; hanno emanato leggi come quella della mascherina obbligatoria all’aperto senza alcuna deroga (quanto meno all’inizio), neppure per chi si trovasse solo in un bosco alpino; hanno separato famiglie e messo alla prova legami amicali. Hanno anche tentato di instillarci il senso di colpa quando sbagliavamo (perché di sbagli ne abbiamo fatti, non ci piove) invitandoci a guardare i volti emaciati e i corpi piegati dei nostri medici e infermieri. Seppur mortificando la loro professionalità, li hanno chiamati “Eroi” per consegnarceli come un esempio di vita all’interno della nostra società. 

Adesso finalmente, dopo quasi due anni, mentre ci apprestiamo ad aprirci al mondo con il terrore che possa di nuovo ripiombare sulle nostre teste l’ennesima variante da chissà quale angolo di mondo, dopo una campagna vaccinale che stentava a partire, cosa fanno? Ci dicono che è giusto festeggiare in quel modo la nazionale italiana? Adesso scopriamo che, nel nome del calcio e della vittoria agli europei, è lecito riunirsi nelle piazze in una bolgia? E’ lecito far girare per le vie di Roma un pullman scoperto con i giocatori, trasformando le strade del centro in un Carnevale azzurro e invitando di fatto le persone ad assembrarsi? 

Il problema non è cosa sia giusto o sbagliato perché sarebbe la solita discussione in cui ci si divide su fronti opposti, ognuno con le proprie ragioni. Il punto è che ieri il Governo di Mario Draghi, dopo aver prima negato la festa e poi ceduto alle pressioni non si sa bene di chi, ha fatto una figuraccia. Si è calato le braghe di fronte al calcio, al solito sport nazionale con il quale saltano sempre le regole, per il quale è sempre concesso tutto, con cui non è mai possibile resistere alla tentazione per restare fedeli a se stessi. 

Il lato positivo di tutto questo è che i nostri ragazzi, oltre a vincere l’Europeo, hanno anche smascherato il solito paternalismo di Stato, l’ipocrisia di chi sale in cattedra salvo poi fare i propri interessi con la mano sinistra. Draghi e tutto il Governo se ne assumeranno la responsabilità perché da oggi il Governo, come anche quei sindaci locali che prima giocavano a fare gli sceriffi e adesso pubblicano le foto della festa sui social, ha perso credibilità. Ha perso autorevolezza se e quando, alla prossima occasione in cui lo riterrà opportuno, chiederà al Paese un altro tributo di “lacrime e sangue” in nome di una emergenza Covid che, pare evidente, quando fa comodo cessa di esistere.  

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