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Martedì, 16 Aprile 2024
Lo stigma olimpico

Così Conte (con Salvini e Di Maio) ha rotto lo sport italiano

Olimpiadi senza l'Italia, i Giochi di Milano-Cortina in bilico, lo stigma per una nazione regina dello sport. Tra poche ore la decisione del Cio che condannerà il nostro paese per aver violato la carta olimpica. I colpevoli questa volta sono noti.

Aggiornamento 26 gennaio: il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge sull'autonomia del Coni. Il provvedimento attribuisce al CONI una propria dotazione organica di personale, anche dirigenziale "al fine di assicurare la piena operatività del Comitato olimpico nazionale italiano e la sua autonomia e indipendenza quale componente del Comitato olimpico internazionale (CIO)". Il provvedimento arriva alla vigilia della riunione a Losanna, in Svizzera, dell'esecutivo del Cio (Comitato Olimpico Internazionale) che ha all'ordine del giorno la questione e che dovrebbe dunque allontanare lo spettro della sospensione del Coni. Il presidente Giovanni Malagò ne ha dato notizia in una telefonata al presidente del Cio, Thomas Bach.

A causa di una violazione della carta olimpica commessa per gli effetti di un provvedimento preso durante il governo Conte I (la riforma Salvini-Spadafora che negava autonomia al Comitato olimpico nazionale italiano), l’Italia rischia di non poter presentare atleti alle Olimpiadi di Tokyo in programma il prossimo 23 luglio. I nostri connazionali potranno gareggiare solo come atleti indipendenti senza bandiera e inno. Gli azzurri, come a Mosca '80, gareggerebbero sotto la bandiera bianca con i cinque cerchi del Cio ma questa volta non per motivi di boicottaggio internazionale bensì per un mancato decreto legge che renda autonomo il Coni dal governo nazionale.

Ma non solo. Oltre al lato emotivo è una vera e propria catastrofe finanziaria perché il Coni perderebbe i contributi e i finanziamenti per i prossimi appuntamenti internazionali, in primis le olimpiadi invernali di MilanoCortina in programma per il 2026.

La riforma del Coni e le sanzioni del Cio

Per capire cosa è successo dobbiamo ritornare indietro di due anni, ovvero alla riforma varata dal governo gialloverde che ha cancellato l'autonomia del CONI dalla politica. La riforma del 2018 infatti ha elimitato la società servente del Coni, Coni Servizi Spa, il cui Cda era espresso dal Comitato olimpico internazionale, sostituendolo con l’azienda Sport&Salute Spa il cui azionista unico è il ministero dell’Economia. Per il governo la divisione ora netta tra il comitato stesso e l’azienda avrebbe dovuto semplificare il funzionamento del sistema sportivo italiano, riducendo la burocrazia, aumentando la trasparenza, eliminando conflitti d’interesse.

In pratica cancellando il Coni Servizi e arrogando ad un organo politico, Sport e Benessere Spa, la gestione dei fondi, il governo ha violato la carta olimpica. La riforma durante il secondo governo Conte non è stata poi modificata dal ministro Spadafora, nonostante le richieste del CIO.

Ora entro il 27 gennaio il governo deve ridare l'autonomia al Coni pena sospensione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano da parte del Cio per violazione della Carta Olimpica, provvedimento che il Cio ha già fatto trapelare da Ginevra. Il Comitato olimpico internazionale aveva fatto presente a palazzo Chigi i rischi connessi come ricordato dal presidente del Cio, Thomas Bach.

Due anni persi per una riforma

Era l'8 novembre 2018 quando Bach a Roma incontra il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti. Bach fa presente che alcuni articoli inseriti nella legge mettono a rischio l'autonomia del Coni e commenta: "dopo aver parlato con il Coni e con il Governo, sono fiducioso che sara' trovata una soluzione per gli interessi dell'Italia e dello sport".

Due mesi dopo con la legge finanziaria 2019 il Coni Servizi, braccio operativo del Comitato olimpico italiano, viene cancellato e sostituito da 'Sport e Salute' che, tra i vari compiti, ha quello di elargire i finanziamenti alle federazioni nazionali e agli altri organismi sportivi.

Il 24 giugno 2019 a Losanna i membri del Cio assegnano a Milano-Cortina le Olimpiadi invernali del 2026 ma prima del voto Bach incontra privatamente il premier italiano ribadendo che i rischi di violazione della Carta Olimpica. Passano i mesi e in estate arriva da Losanna una lettera che ammonisce il governo in maniera ufficiale circa la violazione in 6 punti dell'autonomia del Coni e si paventa la decadenza dei Giochi di Milano-Cortina. 

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Il 5 settembre il fascicolo finisce nelle mani di Vincenzo Spadafora nominato ministro per le politiche giovanili e lo sport del secondo governo Conte. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 18 ottobre 2019 della legge delega sullo sport si legge che nelle funzioni attribuite al ministro Spadafora c'è quella di "indirizzo e vigilanza sul Coni" in piena violazione della Carta Olimpica.

Ai solleciti del Cio non segue alcuna risposta formale da parte del Governo anche per la bocciatura della riforma dello sport scritta dal ministro Spadafora che minaccia le dimissioni. Passano i mesi e dopo l'estate non segue alcun risultato concreto. 

Il 23 settembre 2020 il Consiglio nazionale del Coni approva a larghissima maggioranza un documento da inviare al ministero Spadafora bocciando il Testo Unico della legge di riforma. La risposta del ministro è furente accusando la dirigenza dello sport italiano di  "richieste che esulano dai criteri e dai principi contenuti nella legge sullo sport che il governo è tenuto rigorosamente a rispettare".

Il 12 gennaio 2021 il presidente di Sport e Salute SpA, Vito Cozzoli propone un nuovo contratto ma il Coni lo boccia e manifestando "irritazione" e ribadisce che "il Cio ha chiesto più volte e per iscritto al Governo italiano una legge per regolare l'autonomia del Comitato olimpico nazionale italiano non contratti di servizio con SpA di Stato che rispondono all'autorità governativa e non, come in passato, a SpA che rispondevano all'Ente Coni". 

E arriviamo a oggi con la velina trapelata da Losanna e la scadenza ormai prossima del 27 gennaio. Il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli, in audizione alle commissioni congiunte Cultura e Lavoro della Camera si dice "disponibile a dare al Coni il personale e i servizi che chiede" ma attaccando ancora una volta la dirigenza del Coni accusandola di voler "raddoppiare costi, uffici, dirigenti, spogliando una società pubblica che nell'ultimo anno ha gestito un miliardo, speriamo efficacemente, assistendo un mondo, quello dei lavoratori sportivi ad esempio che prima non era neanche considerato". Il numero uno della società ha ricordato che la legge del 2018 "ha attribuito a Sport e Salute compiti molti più vasti e incisivi (rispetto alla Coni servizi, ndr). Oggi è una struttura operativa del Governo e mi permetto di dire anche dello Stato: assegna i contributi alle federazioni, anche con criteri diversi, oggettivi e rigorosi annullando la discrezionalià"

"Alla riunione dell'Esecutivo del Cio sono rimaste 36 ore - replica il presidente del Coni, Giovanni Malago' - la soluzione che deve essere trovata deve essere una e una sola: serve un provvedimento tampone da parte del Governo italiano, che fermi qualsiasi delibera del Cio. Non bastano le parole, serve un provvedimento. A quel punto si declineranno in Parlamento gli aspetti specifici, perché è realisticamente impensabile che oggi si possano mettere i puntini sulle i o definire i dettagli. Qualsiasi altra soluzione sarebbe suicidio o eutanasia, sicuramente autolesionismo. La soluzione non è più rimandabile".

"La mia è una supplica: vi prego, fate un documento che mandate al Governo. Chi ha la delega per lo sport nel Movimento 5 Stelle? Chi è azionista con il Mef e il Partito democratico e i partiti di governo? A me risulta che dopo due anni hanno finalmente trovato una sintesi. Si tratta semplicemente di portare questo decreto a placare il rischio spaventoso che abbiamo con il Cio e poi starà a voi parlamentari entrare del dettaglio" 

Dopo due anni siamo così giunti alle ultime 36 ore. E lo stigma qui è davvero già evidente. 

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