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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Olimpiadi

Australia divora medaglie a Tokyo (anche se poi così scarsa non lo è mai stata)

Dopo gli anni dello Squalo Thorpe la nazione-continente si rinnova e alle Olimpiadi fa incetta di podi (e non solo nel nuoto) 

In molti, ammirando le Olimpiadi in corso a Tokyo, sembrano accorgersi per la prima volta di un Paese che ha guadagnato le prime posizioni della classifica a suon di medaglie. Parliamo dell'Australia che, nonostante il suo vasto territorio, conta circa 25 milioni di abitanti, meno della metà della popolazione italiana. Se per alcuni si tratta di una sorpresa, per gli appassionati degli Giochi olimpici l'Australia non sarà certo una novità, anzi, è l'esempio di un Paese che nel corso del tempo è riuscito a portare ad alti livelli diversi sportivi e non soltanto nelle discipline acquatiche, ovviamente avvezze per un popolo che di fatto vive sulla costa.

L'Australia alle Olimpiadi di Tokyo 2020

Al momento l'Australia si trova al quinto posto del medagliere con 36 medaglie, 15 d'oro, 4 d'argento e 17 di bronzo, dietro alle favoritissime Cina, Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna. La trascinatrice australiana in terra giapponese è senza dubbio Emma McKeon, la 27enne nuotatrice che al momento è la più medagliata di Tokyo 2020, avendo portato a casa ben sette premi tra ori e bronzi.

L’oro è arrivato nei 50m stile libero e nei 100m stile libero. Stesso colore di medaglia anche nella 4x100m stile e nella 4x100m misti. Infine il bronzo nei 100m farfalla, nella 4x200m stile e nella 4x100m misti mista. Ma il nuoto non è l'unica disciplina in cui gli australiani hanno primeggiato: altre medaglie sono arrivate nel canottaggio, nel surf, nell'equitazione e nel ciclismo. Un bottino che sicuramente andrà ad arricchirsi nei prossimi giorni. 

La storia dell'Australia alle Olimpiadi

Per gran parte il '900 l'Australia non ha mai brillato molto alle Olimpiadi, eccezion fatta per l'edizione del 1956 organizzata a Melbourne, in cui gli atleti australiani portarono a casa 35 medaglie. Da lì in poi è iniziata una lenta salita che ha dato i primi frutti a Barcellona 1992 (27 medaglie) e Atlanta 1996 (41 medaglie) fino alle definitiva esplosione avvenuta nel nuovo millennio.

Infatti, proprio nell'edizione di Sidney 2000 l'Australia raggiunge il suo record di medaglie, ben 58, di cui 16 d'oro, 25 d'argento e 17 di bronzo. Un risultato raggiunto anche grazie ad un certo Ian Thorpe, un vero 'Squalo' della piscina olimpica, in grado di dominare insieme ai suoi compagni diverse categorie nel nuoto. Le altre medaglie arrivate quell'anno erano di sport lontani dall'acqua, come un oro nel Taekwondo, il beach volley, il tiro con l'arco, l'equitazione, l'atletica e la ginnastica.

L'exploit del 2000 venne ripetuto quattro anni più tardi ad Atene, quando le medaglie furono 49. Thorpe e i nuotatori portarono gran parte degli ori, che però arrivarono anche nel ciclismo su pista con Ryan Bayley e grazie alla squadra di Hockey su prato.Altre medaglie ''a sorpresa'' arrivarono nel softball, nel baseball e nel tennis. A Pechino 2008, nonostante l'assenza di Thorpe, le medaglie nel nuoto continuarono ad arrivare con la stella Stephanie Rice: in quell'edizione furono 46 le medaglie australiane, un numero che nelle edizioni successive ha visto un leggero calo.

A Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016 l'Australia è riuscita vincere rispettivamente 35 e 29 medaglie, numeri non all'altezza dei primi anni 2000, ma già sorpassati nelle Olimpiadi giapponesi ancora in corso. L'esempio di una nazione continente che nel corso del tempo è riuscita a diventare una ''potenza'' nelle discipline acquatiche, ma che allo stesso tempo riesce, seppur con i suoi limiti, a  trovare spazio anche negli sport che sono più lontani dalla cultura e dalla storia australiana. Emma McKeon-sky-4

(Emma McKeon con le medaglie vinte a Tokyo 2020 - Foto da Sky)

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