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Giovedì, 25 Aprile 2024
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L’Italia si colora d’oro con la 4x100. Tortu: "Eravamo convinti di farcela"

L’ultimo frazionista: "Quel centesimo di vantaggio va diviso per quattro". Jacobs: "Ancora non mi sono reso conto di aver vinto una gara, figuriamoci due"

Non trattiene le lacrime Filippo Tortu. "Pensate che in dieci anni avrò pianto di gioia solamente un paio di volte". Questa è un’occasione speciale e merita davvero di essere sottolineata. Il 37.50 della staffetta composta da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu è un tempo d’oro, che lancia ancora una volta l’Italia nella storia.

"Adesso posso dirlo: eravamo convinti di farcela. Prima di entrare nello stadio ci siamo guardati e abbiamo sussurrato: è la volta buona". Filippo, autore di una fenomenale rimonta sui britannici arrivati secondi per un centesimo (terzo il Canada) ammette di non essersi accorto subito di avere vinto. "A me sembrava di essere davanti, ma stiamo parlando di un centesimo e avevo paura di essermi sbagliato. Poi ho visto Lorenzo corrermi incontro e ho capito che era tutto vero".

Non ci sono primedonne nella formazione azzurra. "Quel centesimo è arrivato grazie a Filippo, che sul traguardo si butta sempre, quando è avanti di dieci secondi e anche quando è indietro di dieci metri” ridono i compagni, che ammettono di scherzare sempre per questa sua caratteristica. "Ma stavolta è stato davvero decisivo". Tortu sminuisce il suo gesto. "Quel centesimo va diviso per quattro, perché ognuno ha dato un contributo fondamentale. Anzi, io voglio citare Lorenzo Patta che è entrato per ultimo nel gruppo, era all’esordio e ha fatto una grandissima prestazione".

Poi via ai ringraziamenti che comprendono i tecnici e i compagni che si allenano con i ragazzi azzurri ogni giorno ma questa volta non avranno i riflettori puntati addosso. Cosa che invece succede a Marcell Jacobs, il re della velocità di Olimpia. Dopo la vittoria nei 100 metri replica trascinando l’Italia al successo anche nella 4x100. "Due medaglie del metallo più pregiato. Ancora non ci credo. Dico la verità, non ho metabolizzato la prima, chissà quando capirò di aver vinto la seconda".

E anche lui pone l’accento sul valore del gruppo. "Forse questo oro mi soddisfa ancora di più rispetto all’individuale, perché è frutto della crescita di una squadra unita che è maturata insieme". Fino ad arrivare dove nessun italiano aveva mai osato.
Matteo Marchetti


 

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