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Martedì, 23 Aprile 2024
L'intervista

Le olimpiadi della riscossa, Malagò: "È stata una strada in salita, ma i risultati ci stanno premiando"

Il presidente del Coni: "Siamo competitivi e soprattutto lo siamo in tante discipline differenti"

Si definisce il primo tifoso dell’Italia e non è certo un modo di dire. Giovanni Malagò quando gareggiano gli azzurri è scatenato in tribuna. Negli impianti vuoti è il primo a sostenere gli atleti che stanno lottando per l’obiettivo più importante della carriera e, aspetto fondamentale, è anche il primo a consolarli quando purtroppo il finale non è quello che tutti si aspetterebbero. Succede ad esempio con Alice Volpi, che per una stoccata non conquista il bronzo nel fioretto femminile e rimane a lungo sdraiata in lacrime in un angolo buio dell’impianto. Ma quando si presenta davanti ai giornalisti per rispondere alle domande il primo ad avvicinarsi a lei è proprio Malagò: un saluto "a distanza" perché le norme anti Covid non permettono altro, ma lo sguardo del numero uno del Coni dice tutto e ha l’effetto voluto, tanto che fa pure tornare un piccolo sorriso ad Alice.

C’era un po’ di timore perché non si conosceva lo stato attuale dello sport italiano, così come di quello mondiale, dopo lo stop provocato dalla pandemia. Invece in queste Olimpiadi siamo partiti bene.

"Vero, ma non dimentichiamo che il limite fra una medaglia e una posizione dalla quarta in poi è labile. Un podio si può perdere per una serie di fattori che solo stando direttamente sul posto possiamo conoscere. Questa è una situazione tipica delle Olimpiadi e ancora di più si verifica nei Giochi attuali: tanti aspetti concomitanti che incidono moltissimo. Detto questo, l’ho sempre sostenuto: siamo competitivi e quando lo sei soprattutto in discipline differenti significa avere un’arma in più e tante opportunità di vincere".

Al di là delle medaglie ci sono anche tante ottime posizioni che in generale per ora soddisfano.

"Assolutamente sì. Chi sale sul podio in questa fase si merita giustamente tutti i riflettori, ma abbiamo anche molti atleti che stanno lottando per arrivare fra i primi tre e siamo sicuri che molti ce la faranno. L’elenco è molto lungo".

Come federazioni e come Coni che problemi avete avuto per preparare questo anno e mezzo così strano?

"È stata una strada in salita, tutto un manicomio soprattutto per quanto concerne la gestione degli eventi. Anche giocare amichevoli importanti per lungo tempo è risultato quasi impossibile. Nella scherma ad esempio gli atleti si sono allenati per un anno e mezzo ma di fatto non sono quasi mai riusciti a tirare e questo in termini psicologici e fisici rappresenta un’incognita".

Le Olimpiadi sono fondamentali anche per incentivare e portare entusiasmo allo sport di base, ci sono tanti ragazzi che si appassionano e scoprono nuove discipline seguendole in televisione.

"Fondamentale è l’aggettivo giusto. Se non c’è questo tipo di emulazione e di coinvolgimento, che è anche emotivo, in un momento simile per molti ragazzi diventa durissima".

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