Atletica italiana da leggenda: Tamberi e Jacobs sono d’oro
Due incredibili vittorie olimpiche a distanza di un quarto d’ora. Il saltatore in alto: "È pazzesco, mi esplodeva il cuore. So già che non proverò mai una sensazione simile nella mia vita"
Incredibile, pazzesco, leggendario. Prendete una parola qualsiasi, usate il superlativo e aggiungete ancora qualcosa. Ecco, riuscirete solo ad avvicinarvi alla serata vissuta dall'atletica italiana alle Olimpiadi di Tokyo.
In meno di venti minuti arrivano due medaglie d'oro per gli azzurri. La prima, in ordine di tempo, è di Gianmarco Tamberi che nell'alto supera 2.37 e vince pari merito con Brahim. Dopo il giro di pista è il momento della gara più importante nella specialità regina delle Olimpiadi, i 100 metri. Quelli che ti consegnano alla storia e ti rendono immortale. Marcel Jacobs dopo uno stratosferico 9.84 in semifinale che è già record europeo si migliora e chiude con un 9.80 che vale un incredibile oro olimpico.
Passa oltre un’ora e mezza prima che Tamberi arrivi davanti ai giornalisti italiani. Lo fermano tutte le televisioni, lui non si nega a nessuno e alla fine esordisce: «E’ pazzesco ragazzi, non so davvero cosa dirvi». Perché questo oro arriva dopo cinque anni di pianti e sacrifici, con un infortunio al tendine di Achille che lo aveva messo fuori gioco a pochi giorni dalle Olimpiadi di Rio in cui era tra i favoriti. «Sapete tutti cosa ho passato. Sono certo di una cosa: se avessi vinto in Brasile sarei stato soddisfatto un decimo di come lo sono stasera. Alle spalle ho tutto il percorso che ho vissuto insieme alla mia ragazza, ai miei amici e a mio papà-allenatore».
Quando il giudice ha chiamato lui e Brahim dicendo: “Sapete come funziona, volete andare avanti o assegniamo la medaglia d’oro a entrambi?” non ci hanno pensato un attimo. «Nessuno ha detto niente, ci siamo abbracciati e abbiamo iniziato a esultare. Siamo grandi amici, lo ritengo il migliore saltatore di tutti i tempi, vincere così è fantastico». Subito Gianmarco è crollato a terra. «Non so spiegare cosa abbia provato, mi è esploso il cuore, ho sentito dentro una sensazione che auguro a tutti perché è incredibile, stupenda. Non pensavo di provare un’emozione così grande».
Fino a qualche giorno fa il suo tragitto era stato ricco di ostacoli e condito da tante lacrime versate. «Ma ne è valsa la pena, adesso lo posso dire. Tutto il dispiacere che ho vissuto ha avuto un senso. Vincere l’oro olimpico dopo un infortunio tremendo vale più di qualsiasi altra cosa. Non proverò mai più una sensazione simile nella mia vita. Tokyo 2020 era il mio mantra da quando ho ripreso la riabilitazione, sapevo che sarebbe successo».
La dedica alla ragazza, a tutti gli amici e a chi gli è stato vicino in questi anni. «La mia fidanzata mi ha scritto un sms prima che entrassi allo stadio: sono tesissima, spero che tu possa prendere quello per cui hai sudato in tutti questi anni. Cosa ho risposto? Goditi la gara, al resto penso io. Sapevo che sarebbe successo qualcosa di grande». Adesso pensi già a Parigi, che ormai è dietro l’angolo? «No, per la prima volta nella mia carriera mi godo ogni secondo. L’oro olimpico era l’obiettivo della mia vita. L’ho raggiunto, voglio vivere ogni istante di questa infinita soddisfazione».