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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'intervista

Niente medaglie per le azzurre del fioretto, Vezzali: "Non chiamatelo disastro"

"Forse eravamo abituati troppo bene". Valentina Vezzali smorza le critiche dopo i due quarti posti alle Olimpiadi di Tokyo per le azzurre del fioretto "arma" capace di regalarci tante medaglie e grandi soddisfazioni. L'intervista alla sottosegretaria allo sport (già vincitrice di sei ori olimpici nella scherma)

A chi usa la parola “disastro” per sottolineare la mancanza di medaglie olimpiche nella gara individuale del fioretto femminile dopo 33 anni Valentina Vezzali risponde così: "Lo sport è anche questo, ci siamo arrivati a un passo ma abbiamo chiuso con due quarti posti. Ripartiamo da questo punto. Ora c’è la gara a squadre, è dalle sconfitte che si diventa forti".

L’attuale Sottosegretaria allo sport è rimasta sulle tribune del Makuhari Messe a tifare per gli azzurri seduta a fianco di Giovanni Malagò, presidente del Coni. Applausi nei momenti positivi, un pizzico di disappunto nelle fasi peggiori per gli italiani che sono rimasti giù dal podio. Peccato perché il fioretto storicamente è sempre stata un’arma capace di regalarci tante medaglie e grandi soddisfazioni.

"Forse - sorride - eravamo abituati troppo bene. Nello sport succede di perdere, non bisogna mai dare per scontato né la vittoria né la possibilità di rimanere sempre al vertice". 

Che sensazioni si vivono rimanendo in tribuna senza salire da protagonisti in pedana?

"È molto emozionante - spiega la sei volte campionessa olimpica - e sento molto questo ruolo che ricopro a Tokyo con grande responsabilità e grandissimo onore. Come italiani abbiamo già vissuto giornate incredibili; la partenza è stata ottima, dobbiamo proseguire su questa strada".

La scherma è partita comunque alla grande, con l’argento di Luigi Samele nella sciabola.

"La scherma non tradisce, adesso speriamo di aumentare il bottino con altri protagonisti azzurri pronti a salire sul podio. Facciamo tutti il tifo per l’Italia".

C’è un pizzico di rammarico nel non essere più in pedana?

"Ho dato tanto da atleta, adesso ho un altro ruolo ancora più impegnativo ma bellissimo perché per lo sport possiamo fare davvero tanto. Giocando di squadra possiamo rendere il nostro Paese ancora più sportivo".

Quanto è importante l’Olimpiade di Tokyo in una fase come quella che stiamo vivendo?

"È fondamentale. Sono Giochi sobri ma che testimoniano una situazione ben chiara: nonostante tutto lo sport c’è e a Tokyo celebra la sua festa".

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