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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Questo non è sport

Calci e spintoni alla figlia dell’allenatore del Pescara

Un vero atto intimidatorio su cui si sta indagando, ma non ci sono dubbi sul fatto che la violenza possa essere collegata alla partita Pescara - Salernitana, dove i campani si giocano la serie A

Spintoni, calci e insulti a lei, la figlia dell’allenatore, al quale così sarebbe dovuto arrivare un messaggio forte e chiaro: seppur non detto espressamente, forse quello di far perdere la propria strada e spianare la strada agli avversari. Infatti l’episodio di violenza ha visto vittima la figlia 18enne dell’allenatore del Pescara, ma il bersaglio è proprio quest’ultimo, cioè Gianluca Grassadonia. Grassadonia allena la squadra di calcio del capoluogo abruzzese e domani la sua squadra ospita la Salernitana, che si gioca la promozione in serie A. La famiglia di Grassadonia è originaria di Salerno e vive nella cittadina campana, dove è avvenuta l’aggressione. Insomma un vero raid contro la figlia del Mister a Salerno per fargli capire come dovrebbero andare le cose.

Un’interpretazione su cui non ha dubbi neppure la moglie dell’allenatore e madre della ragazza aggredita, che ha affidato il suo sfogo a Facebook: “Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca… Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.

Un’amarezza tale dunque, da convincere la famiglia dell’allenatore a lasciare Salerno per raggiungere Grassadonia direttamente in Abruzzo, a Pescara. Il fatto arriva a meno di 2 giorni da un partita che ai pescaresi interessa ben poco visto che i delfini sono già stati condannati alla Lega Pro, ma dove i salernitani si giocano tutta la stagione perché vincere lunedì sul campo del Pescara significa promozione in Serie A.

Ci sono indagini a tutto campo per dare un volto a chi si è reso protagonista di questo vile gesto. Un'aggressione che fa male allo sport, al calcio, ai salernitani, anzi non ha nulla a che fare con lo sport e con i suoi valori della lealtà e della correttezza. Grassadonia è turbato, la sua famiglia è turbata. Tutto si è consumato all'improvviso, sotto casa, in pieno centro cittadino. La condanna è arrivata sia dalla società sportiva della Salernitana, che da diversi gruppi Ultras della città, che prendono le distanze dal gesto e che rimarcano come “essere Ultras non è questo. Poniamo le nostre scuse alla famiglia Grassadonia per l’accaduto”.

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