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Venerdì, 29 Marzo 2024
Calcio / Varese

Dopo i 'bu' contro Boateng si indaga per odio razziale

Contro gli ultras della Pro Patria si ipotizza il reato di violazione della legge Mancino. Intanto il club propone: "Stadio gratis per i tifosi di colore". Seedorf controcorrente: "Il Milan ha sbagliato a lasciare il campo: ha dato importanza a piccolo gruppo"

VARESE. Contro quei tifosi che con il loro ululati razzisti hanno indotto il Milan a lasciare il terreno di gioco della Pro Patria il pubblico ministero di Busto, Mirko Monti, valuta come ipotesi di reato quella di violazione della legge Mancino, che si occupa di discriminazione razziale, etnica e religiosa e punisce l'istigazione all'odio razziale.

In particolare, nel caso di istigazione durante un evento pubblico, la condanna potrebbe essere anche di tre anni.

Il giorno dopo, l'amichevole interrotta ha lasciato amareggiato il presidente della Pro Patria, Roberto Centenaro, che ai microfoni di Skytg24 è tornato a ribadire come "quattro personaggi si sono permessi di rovinare questa festa della città" mentre gli altri "3.000 bustocchi sugli spalti hanno applaudito il Milan", e che la decisione dei rossoneri di abbandonare il campo è stata "contro le regole", non avendo atteso la decisione dell'arbitro.

IL MILAN LASCIA IL CAMPO: IL VIDEO

COMUNE PARTE CIVILE. Il Comune di Busto Arsizio e la società calcistica della Pro Patria si costituiranno parte civile nel caso di un processo nei confronti dei tifosi autori dei cori razzisti durante la partita amichevole con il Milan. Lo ha spiegato il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, al termine di un incontro in Comune al quale hanno partecipato il presidente della pro Patria Vavassori, i rappresentanti del Pro Patria Club e il gruppo operativo sicurezza della Questura di Varese.

STADIO GRATIS PER CHI È DI COLORE. Nel frattempo il patron della società, Pietro Vavassori, ha annunciato che dalla prossima partita lo Speroni aprirà gratuitamente la sua tribuna d'onore, e se "i posti non basteranno" anche gli altri settori "a tutte le persone di colore. Spero che anche altre società intraprendano la stessa iniziativa".

BOATENG: "GRAZIE A TUTTI". Con un semplice tweet, il calciatore Kevin Boateng è tornato sull'episodio che lo ha visto protagonista: "Grazie a tutti per il supporto e la comprensione. Per me significano molto".

PRO PATRIA. "Quello avvenuto ieri è stato un episodio inqualificabile e spero che i quattro deficienti autori dei cori vengano individuati e puniti come meritano". Lo ha spiegato Danilo Castiglioni, uno dei dirigenti del Pro Patria Club, il principale club di tifosi della squadra di Busto Arsizio, che ieri era allo stadio per assistere alla partita amichevole con il Milan.

"Gli autori dei cori non fanno parte del tifo organizzato della Pro Patria, non penso siano persone che frequentano abitualmente lo stadio - ha proseguito Castiglioni - Il Milan ha fatto un gesto eclatante per dare un segnale forte ma penso che l'arbitro avrebbe potuto gestire meglio la situazione».

SEEDORF CONTROCORRENTE. Kevin Prince Boateng "ha sbagliato a lasciare il campo per gli insulti razzisti": lo dice Clarence Seedorf, ex stella del Milan e ora giocatore del Botafogo. "Stiamo dando importanza ad un piccolo gruppo che con il suo comportamento ha provocato tutto questo", dice Seedorf, come si legge sul sito della Bbc, facendo riferimento ai tifosi della Pro Patria che ieri hanno preso di mira i giocatori di colore del Milan.

"Avrebbero dovuto identificare queste persone e sbatterle fuori dallo stadio. Poi il 90% del pubblico avrebbe potuto godersi lo spettacolo fino alla fine della partita", aggiunge Seedorf. "Se Boateng fosse stato in grado di identificare" come responsabile "l'intera curva, allora bisognava sbattere fuori tutta la curva. La questione dovrebbe essere gestita in questo modo. Lasciare il campo? Si dà un segnale, certo. Ma questo è già successo più di una volta e non credo che cambi davvero le cose".

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