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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Redazione

Quando tornerà in campo Spinazzola: parla lo specialista

All’indomani della vittoria con la Spagna in semifinale, le dediche da parte dei giocatori dell’Italia sono di nuovo per il loro compagno Leonardo Spinazzola, appena operato di riparazione del tendine d’Achille in Finlandia da parte di Lampainen ed Orava. L’intervento è perfettamente riuscito, ed ora il giocatore della Roma si appresta ad intraprendere un lungo percorso riabilitativo.

Ma in che cosa consiste la lesione del tendine d’achille per un calciatore? Innanzitutto, è utile fare chiarezza sulle caratteristiche e l’importanza del tendine d’Achille. Questo è infatti il tendine più grande e forte del corpo umano; collega i muscoli del tricipite surale (ovvero il “polpaccio”) al calcagno, e tramite la sua contrazione permette la flessione plantare del piede garantendo la forza propulsiva durante il cammino e le accelerazioni della corsa. È quindi chiaro come la sua integrità e buon funzionamento siano necessarie per le performance sportive.

In realtà le patologie del tendine d'Achille nei calciatori e negli sportivi in generale sono per la maggior parte croniche, o da sovraccarico, mentre le rotture traumatiche rappresentano solo una minima parte. In uno studio epidemiologico su calciatori professionisti di serie A che abbiamo eseguito al Rizzoli e pubblicato su una rivista americana, abbiamo calcolato una incidenza di 0.007 infortuni ogni 1000 ore di pratica sportiva, che in parole povere si può tradurre in circa 1 rottura del tendine d’Achille durante ogni singola stagione, considerando tutti i calciatori che partecipano in serie A.

Se è chiaro quindi come questo tipo di infortuni rappresenti quasi una rarità nel mondo del calcio, il caso di Spinazzola però non si discosta dalla “routine” per chi studia e tratta queste patologie, anche se vedere un giocatore di livello internazionale come Spinazzola infortunarsi in questo modo davanti a tutta Europa rimane comunque una visione scioccante, considerando anche il dolore che queste lesioni generano, e soprattutto l’aspetto emotivo di un infortunio che produce immediatamente nell’atleta la consapevolezza della sua gravità. Ad esempio, l’età di Spinazzola (28 anni) ricalca quasi perfettamente l’età media l’età media dei calciatori che subiscono una rottura del tendine d’Achille (27 anni); inoltre la categoria dei difensori rimane la più rappresentata con circa la metà dei casi.

Per quanto riguarda il meccanismo traumatico, la “sfortuna” gioca sicuramente un ruolo importante, anche se la lesione di Spinazzola rientra, come tante altre, all’interno di una delle 3 categorie che stiamo studiando tramite la video-analisi insieme al dottor Francesco Della Villa di Isokinetic. Infatti, la rottura del tendine d’Achille è tipicamente un infortunio di “accelerazione”, a differenza ad esempio della lesione del crociato anteriore che è una lesione da decelerazione. Il meccanismo più frequente, che si verifica anche in sportivi amatoriale e nei cosiddetti "weekend warriors" è quello della accelerazione con partenza da fermo, una sorta di stop-and-go. Il secondo meccanismo è l’accelerazione in movimento con cambio di direzione e sbilanciamento del corpo, come Spinazzola. Il terzo è l’accelerazione verticale, ovvero lo stacco durante il salto. Questi sono movimenti normali durante la gestualità sportiva, ma che in certi casi di condizioni biomeccaniche sfavorevoli generano sul sistema muscolotendineo una forza tale da provocare la rottura del tendine.

Quando ritornerà in campo Spinazzola?

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Sicuramente i risultati migliori e più prevedibili dal punto di vista sportivo si ottengono con la riparazione chirurgica eseguita in maniera tempestiva per evitare il rimodellamento del tendine, come è stato intrapreso dalla Roma per il suo giocatore. Per quanto riguarda i tempi di recupero, insieme al Dr. Pieter D’Hooghe dell’Aspire Hospital di Doha, Qatar, figlio del Presiedente della Commissione Medica FIFA Michale D’Hooghe, abbiamo eseguito uno studio su oltre 110 calciatori professionisti sottoposti a riparazione chirurgica del Tendine D'Achille, pubblicato sulla più importante rivista di Medicina dello Sport. Il dato incoraggiante è che il 96% dei calciatori è ritornato a praticare calcio professionistico, confermando i risultati ottimali dell’approccio chirurgico. Un po’ meno ottimistici i tempi di recupero, che prevedevano una media di circa 6 mesi e mezzo per il ritorno allo sport e di 9 mesi per il ritorno ad una gara ufficiale, con circa il 20% degli atleti che presentava un basso rendimento nelle 2 stagioni successive al ritorno in campo. Tenendo però conto di una certa variabilità dei risultati possibili, Leonardo Spinazzola possiede il profilo ideale per il raggiungimento di risultati superiori alla media in termini di ritorno precoce, alte performance post operatorie e basso rischio di ri-rottura: il giocatore della Roma presenta infatti tutti i fattori prognostici “postivi” scientificamente dimostrati, come una età inferiore ai 30 anni, la partecipazione ad un campionato di Prima divisione ed un profilo “Internazionale”.

Per questo facciamo tutti quanti un grande in bocca al lupo a Leonardo Spinazzola e lo attendiamo presto a sfrecciare sulla fascia sinistra con le maglie della Roma e della Nazionale Italiana.

Alberto Grassi è Chirurgo Ortopedico e specialista di Traumatologia Sportiva presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e membro dello staff del Prof. Stefano Zaffagnini, chirurgo dei calciatori.

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