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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mondiale per club

Storie Mondiali, 1930: l'attaccante senza una mano fa vincere l'Uruguay

Il campionato mondiale di calcio 1930 è stata l'edizione inaugurale. Vinse l'Uruguay per 4 a 2

La Fifa dal 1904, anno della sua fondazione, aveva un obiettivo: organizzare un campionato mondiale. Tuttavia, l'organismo appena fondato non poteva contare sulle risorse e sulle strutture necessarie per un simile evento. Fu così che chiese appoggio al CIO che incluse il calcio tra le discipline presenti nei suoi eventi sportivi.

Il presidente della FIFA Jules Rimet, l'uomo che poi diede il suo nome alla prima coppa del Mondo, spingeva per realizzarla. E così, dopo anni di trattative, si decise: nel 1930 si giocherà nel ricco Uruguay, la nazione che aveva vinto l'oro olimpico nei tornei du calcio del 1924 e del 1928.

Fu il primo, e unico, Mondiale in cui te partite si giocarono a Montevideo, in tre stadi: Centenario, Pocitos e Gran Parque Central. Vi parteciparono Argentina (forse la favorita), Brasile (non esattamente la squadra di Ronaldo o Pelè), Bolivia, Cile, Messico, Paraguay, Perù, Stati Uniti (un amasso di ubriaconi inglesi e scozzesi), Romania, Jugoslavia, Belgio, Francia (e beh c'era Rimet) e i padroni di casa dell'Uruguay. L'Italia, fresca vincitrice della Coppa Internazionale, non partecipò per 'ripicca' verso i padroni di casa.

I gironi furono un ammasso di gol e qualche buona giocata. Lucien Laurent, operaio della Peugeot di notte e calciatore di giorno, fu il primo marcatore nella storia dei mondiali di calcio nella vittoria della Francia per 4 a 1 sul Messico. Le quattro vincitrici dei gironi (Argentina, Jugoslavia, Uruguay e Stati Uniti) passarono alle semifinali, le quali terminarono con lo stesso punteggio. Non c'era storia e così Argentina e Uguguay si sbarazzarono di Jugoslavia e Stati Uniti per 6 a 1.

>>> I GOL DELLA FINALE <<<

Gli occhi del mondo pallonaro erano tutti a Montevideo per Argentina-Uruguay. I cancelli vennero aperti alle 8, sei ore prima dell'inizio, e a mezzogiorno gli spalti erano pieni. I tifosi furono perquisiti per accertare l'eventuale presenza di armi. Fu trovato di tut­to, da petardi, a coltelli e revolver. Gli spettatori ufficiali furono 93.000 ma probabilmente ce ne saranno stati molti di più. La vigilia fu molto tesa. Diversi calciatori uruguaiani ricevettero minacce di morte da parte di alcuni tifosi argentini.

Il mediano argentino Luisito Monti fu intimidito, ma scese in campo ugualmente. La stessa sorte capitò al direttore di gara, il belga John Langenus, il quale impose alla FIFA poche ore prima dell'incontro la stipulazione di un'assicurazione sulla vita a favore della propria famiglia. Le cronache dell'epoca raccontano di una gara che non deluse affatto le attese.

Pablo Dorado per l'Uruguay segnò il primo gol con un rasoterra incrociato dalla destra. La risposta dell'Argentina non si fece attendere e otto minuti dopo erano di nuovo in parità con Carlos Peucelle. Poi Stábile, capocannoniere del Mondiale, siglò la sua ottava ed ultima rete, portando in vantaggio gli ospiti con il punteggio provvisorio di 2-1.

L'Uruguay nella ripresa, cambio tutto e ristabilì nuovamente la situazione di parità con un gol di Pedro Cea. Dieci minuti dopo un gol di Santos Iriarte portò in vantaggio l'Uruguay e in chiusura fu la volta di Castro, che siglò la rete del definitivo 4-2. Castro sì, proprio lui. El divino Manco, ribatezzato così per il bel gioco, i tanti goal ma soprattutto perché quando aveva 13 anni il futuro attaccante che decisa il primo Mondiale aveva perso la mano destra sul lavoro, mentre usava una sega elettrica. L'Uruguay era e sarà per sempre la prima nazionale campione del Mondo della storia.

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