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Venerdì, 19 Aprile 2024
Presidenza Figc

Bufera su Tavecchio: ma il nuovo presidente Figc sarà lui

Tante chiacchiere, zero fatti. Nessuno ha il coraggio di abbandonare Carlo Tavecchio, l'uomo degli "stranieri mangia banane": il futuro presidente della Figc

ROMA - Una bella dose di comprensione all'italiana. Stessa quantità di demagogia - delle migliori possibili - di italica fattura. Una spolverata di "coerenza kamikaze" e un pizzico di menefreghismo come la Costituzione comanda. Ad addolcire il tutto l'immobilismo che solo il Belpaese sa offrire. Agitare bene ed ecco servito il caso Tavecchio, quel simpatico signore sulla settantina, già numero uno della Lega dilettanti, che nel presentare la sua candidatura alla presidenza della Figc si è lasciato andare ad un eloquente "noi diciamo che 'Opti Poba' è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così". 

Quattro nomi su tutti. Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli e sostenitore di Carletto l'incauto, nonché promotore massimo della comprensione all'italiana. "E’ esagerato dare troppo peso a una frase inopportuna - ha commentato il deLa - i problemi del calcio sono altri”. Avanti il prossimo. Josep Blatter, invischiato in qualsiasi tipo di scandalo calcistico degli ultimi dieci anni, che per colpa di Tavecchio si è riscoperto demagogico più di un italiano qualsiasi. "La Fifa - si legge in un comunicato sul sito dell'associazione presieduta da Blatter - ha scritto una lettera alla Federcalcio chiedendogli di indagare e decidere sulla questione". Populismo a buon mercato? Senza dubbio per Maurizio Zamparini, numero uno del Palermo, che non si lascia neanche sfiorare dall'idea di abbandonare l'amico Carlo. "Bisognerebbe indagare sulla Fifa non su Tavecchio - ha sbottato il presidente rosanero - Io lo conosco da trent'anni non è affatto razzista". Quindi, per concludere, poiché il calcio in Italia resta sempre l'oppio dei popoli, e di conseguenza una bella vetrina per un buono spot, ecco il premier Matteo Renzi. Con un sussulto di indignazione - "l'espressione sugli stranieri è inqualificabile" - e un'abbondante dose di menefreghismo, nonostante quella banana in due con l'allora ct Cesare Prandelli: "Il governo non interverrà". 

A bocce ferme, insomma, tra chi s'indigna, chi giustifica, chi chiede indagini e chi se ne lava le mani cosa è cambiato? Quasi nulla. Perché Carlo Tavecchio, democristiano di ferro classe '43, da fine agosto sarà comunque il capoccia del calcio italiano. Fiorentina - "per valori etici e civili" - e Sampdoria - "non si può far finta di nulla" - hanno avuto il coraggio di "abbandonarlo". Roma e Juventus lo avevano lasciato prima di partire. Tutti gli altri no. Lega dilettanti, lega pro, lega di A e lega di B, Coni: tutti con lui. 

Evidentemente, una frase infelice può scappare. Probabilmente, come ha spiegato lui stesso, in quel "mangia banane" c'era un modo popolare di dire e non una vena razzista. Ma certo è che cominciare così l'ennesimo anno zero di quella che una volta era la quinta industria del Paese non è il massimo. Ma tant'è: tutti con Tavecchio.

Il che significa, in parole povere - come piace al prossimo Re Carlo - che il presidente di D ha una maggioranza assoluta che gli permette di dormire sonni più che tranquilli e di guardare dall'alto al basso il malcapitato Demetrio Albertini, sfidante con l'appoggio soltanto di calciatori e allenatori. Il prossimo presidente della Figc, salvo altre bucce di banana sul percorso, sarà lui: l'uomo scelto come si faceva un tempo proprio con i segretari della Dc, tra una riunione privata, una cena "segreta" e un conteggio delle tessere. Per la passione, purtroppo, non c'è più spazio. 

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