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Venerdì, 29 Marzo 2024
TENNIS

Djokovic difende i giocatori russi e bielorussi: "Da pazzi vietargli Wimbledon"

Il numero 1 del tennis prende posizione contro la decisione presa ieri dall'All England Club. Anche Atp e Wta sono contrari

Ieri, mercoledì 20 aprile, l’ All England Club ha preso una decisione che ha scatenato inevitabili polemiche. A causa del conflitto in corso in Ucraina i tennisti russi e bielorussi non potranno giocare il torneo di Wimbledon 2022, che comincerà il 27 giugno.

Salvo ripensamenti non potranno partecipare alla prossima edizione dei Championship grandi nomi come il numero 2 al mondo Daniil Medvedev, il numero 8 Andrej Rublev, Karen Khachanov, Aslan Karatsev e il bielorusso Ilya Ivashka e, in campo femminile, la semifinalista della scorsa stagione Aryna Sabalenka (4 del ranking), Anastasia Pavlyuchenkova, Victoria Azarenka, Daria Kasaktina.

Quest’anno, da quando è esploso il conflitto, per effetto delle sanzioni i tennisti russi e bielorussi avevano potuto partecipare con bandiera neutrale. Daniil Medvedev e Andrej Rublev si erano apertamente espressi a sostegno della pace.

Djokovic: “Giocatori russi e bielorussi esclusi da Wimbledon? Una pazzia”

Oggi, giovedì 21 aprile, Novak Djokovic si è espresso duramente contro la decisione dell’All England.

“Condannerò sempre la guerra, non sosterrò mai la guerra essendo io stesso figlio della guerra - ha detto Djokovic - essendo cresciuto durante le guerre civili che hanno seguito il crollo della Jugoslavia. I tennisti, gli atleti non c'entrano niente con la guerra. Quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è buono.”

L’All England Club aveva motivato così la sua decisione:

“A nome dell'All England Club e del Comitato di Gestione dei Campionati, desideriamo esprimere il nostro continuo sostegno a tutti coloro che sono stati colpiti dal conflitto in Ucraina durante questi tempi scioccanti e angoscianti - si legge -. Condividiamo la condanna universale delle azioni illegali della Russia e abbiamo attentamente considerato la situazione nel contesto dei nostri doveri nei confronti dei giocatori, della nostra comunità e del più ampio pubblico del Regno Unito in quanto istituzione sportiva britannica.

Abbiamo anche preso in considerazione le linee guida stabilite dal governo del Regno Unito specificamente in relazione a organismi ed eventi sportivi. Dato il profilo nel Regno Unito e nel mondo, è nostra responsabilità svolgere la nostra parte negli sforzi diffusi del governo, dell'industria, delle istituzioni sportive e creative per limitare l'influenza globale della Russia con i mezzi più forti possibili. Nelle circostanze di tale aggressione militare ingiustificata e senza precedenti, sarebbe inaccettabile per il regime russo trarre vantaggio dal coinvolgimento di giocatori russi o bielorussi nel torneo. È quindi nostra intenzione, con profondo rammarico, rifiutare le iscrizioni di giocatori russi e bielorussi al torneo 2022.”

La posizione ATP  e WTA

"La discriminazione basata solo sulla nazionalità costituisce una violazione dei nostri accordi con Wimbledon, i quali specificano che la presenza dei giocatori è basata solo sul ranking. Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione verrà ora valutata", hanno commentato i vertici dell’ATP  in cui comunicato, specificando che "gli atleti di Russia e Bielorussia potranno continuare a giocare in eventi ATP sotto bandiera neutrale, una soluzione finora condivisa da tutti".

Anche la WTA è indignata per la posizione presa e sta valutando possibili sanzioni contro il torneo inglese.

La posizione di Elina Svitolina

Voce fuori dal coro quella della tennista ucraina Elina Svitolina che ritiene non sufficiente l'esclusione dei tennisti russi e bielorussi dal torneo più importante del mondo, ma che pensa che dovrebbero essere esclusi da ogni evento internazionale.

“Le organizzazioni dovrebbero sottoporre gli atleti russi e bielorussi a tre semplici domande, in cui dichiarano di essere contrari alla guerra e ai regimi dei loro Paesi. In caso di non risposta, giusta l’esclusione. Il silenzio è complicità agli oppressori“, ha detto.

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