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Venerdì, 19 Aprile 2024

Marco Drogo

Web Editor

Volere è potere: il trionfo epico di Nadal è la vittoria dello sport

Ci sono volute 5 ore e mezza di battaglia alla Rod Laver Park Arena di Melbourne. Rafa Nadal, a 35 anni e mezzo, ha vinto alla sua maniera, da gladiatore vero, dimostrando ancora una volta una tenacia fuori dal comune, una capacità di restare aggrappato al match e una tenuta mentale straordinaria. Ha dovuto usare tutte le sue armi per riuscire ad avere la meglio contro la potenza di Daniil Medvedev, 25 anni, numero 2 al mondo, che aveva avuto la meglio nell’ultima edizione degli Us Open contro Novak Djokovic.

I due hanno offerto una finale palpitante, degna conclusione di questa edizione, vinta dal campione di Manacor grazie a un’eccezionale rimonta 2-6, 6-7, 6-4, 6-4, 7-5. Per riuscire a superare il più giovane avversario Nadal ha messo in campo tutto il suo straordinario bagaglio tecnico-agonistico. La difesa arcigna, i colpi aggressivi e potenti da lungo linea, la grande velocità nella corsa e nel gioco di gambe: un mix perfetto di potenza, resistenza, equilibrio. Proprio quelle doti che lo avevano portato a vincere nella sua straordinaria carriera 13 Roland Garros, 2 Wimbledon, 4 Us Open e 1 Australian Open.

La seconda vittoria a Melbourne, però, assume un significato maggiore rispetto a tutte le altre diventando un premio per la dedizione per il lavoro e per l’amore per il tennis.  Nel percorso trionfale di questo tennista non sono mancati, infatti, i momenti difficili, a causa di frequenti infortuni con cui ha dovuto fare i conti e che ne hanno spesso limitato il rendimento, costringendolo anche a rinunciare a appuntamenti importanti. Sono almeno 15 anni che si parla dei suoi problemi alle ginocchia e al piede sinistro e molte voci, anche autorevoli, hanno frequentemente sostenuto che fosse sempre a un passo dal ritiro, non da una competizione, ma dallo stesso tennis. Lo scorso 20 agosto, Rafa comunicò che era costretto a saltare gli Us Open per il riacutizzarsi del solito problema al piede sinistro. In quel momento anche i più ottimisti tra i suoi sostenitori avevano qualche legittimo dubbio sulle chance di un suo ritorno ad alti livelli.  La sindrome di Muller-Weiss, la malattia congenita al piede di cui soffre e che causa una deformazione dello scafoide del piede (tarso), un osso in cui confluiscono piu' tendini e legamenti, unita all'avanzare della carta d'identità, erano un avversario sempre più difficile da superare, ancora di più di quei rivali sempre più giovani e affamati.

Ma se c’è un insegnamento che si può trarre da Nadal è proprio quello di non mollare mai. Quella volontà di lottare fino allo stremo, che ha sempre messo in campo, è la stessa che ha utilizzato in questi mesi dedicati a recuperare dall’ennesimo infortunio. Così non si è fatto abbattere neppure dalla positività al Covid, giunta a pochi giorni dalla partenza per l’Australia. La sua voglia di esserci, unita a piano di recupero studiato e ben realizzato, gli ha regalato una nuova energia. I primi segnali di quanta fosse si sono visti già all’ATP 250 di Melbourne, dove al rientro dopo 5 mesi ha vinto il suo 89esimo trofeo in carriera, diventando il primo tennista nell'era Open a vincere almeno un trofeo per diciannove stagioni consecutive. La prova del nove è poi arriva lo scorso 25 gennaio quando nei quarti di finale ha superato l'ostacolo Denis Shapovalov, dopo una battaglia di 4 ore dove ha perso anche 4 chili. Il Nadal lottatore era tornato e a farne le spese sarebbe stato anche il nostro Matteo Berrettini, che in semifinale si è dovuto arrendere, con onore, di fronte a un esperto campione tornato in grande spolvero.

Ieri, domenica 30 gennaio, dopo aver vinto il suo secondo Australian Open, Rafael Nadal era felice come un bambino. Per essere tornato in campo, per aver vinto e per aver conquistato il suo 21esimo Slam in carriera staccando Roger Federer e Novak Djokovic nella classifica di chi ha vinto più tornei Major. Gli altri due “Big three”, a quota 20 successi nei tornei più prestigiosi, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open, sono stati i primi a complimentarsi con lui.

In particolare Federer, con la classe che l’ha sempre contraddistinto anche in campo, ha omaggiato così, sui suoi canali social, il trionfo di uno dei suoi più grandi rivali: “Qualche mese fa scherzavamo sul fatto che fossimo entrambi con le stampelle, ha scritto il campione elvetico. La tua incredibile etica per il lavoro, la dedizione, il tuo spirito combattivo sono stati per me un'ispirazione. Sono orgoglioso di aver condiviso con te questi 18 anni".

Il campione rinato viene omaggiato dal suo più acceso rivale. Anche per questo il trionfo di Nadal all'Australian Open 2022 è così epico.

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