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Venerdì, 26 Aprile 2024
WIMBLEDON 2022

Porte aperte ai no-vax a Wimbledon, no ai giocatori russi e bielorussi

Gli organizzatori del torneo hanno ufficializzato la voce che circolava nei giorni scorsi. "Abbiamo seguito le linee del governo britannico"

La pandemia e la guerra in Ucraina entrano nelle decisioni per l'ammissione al torneo di Wimbledon 2021. Per partecipare alla prossima edizione dei Championship, in programma dal 27 giugno al 10 luglio, non servirà il vaccino contro il Covid, mentre la partecipazione al torneo è stata ufficialmente vietata ai tennisti russi e bielorussi.

Wimbledon, non serve il vaccino: Djokovic ci sarà

L'amministratore delegato dell'All England Lawn Tennis Club, Sally Bolton, ha confermato durante la conferenza stampa di presentazione del torneo che i tennisti non vaccinati contro il Covid-19 potranno partecipare perchè "sebbene sia ufficialmente incoraggiata, non è una condizione per l'ingresso".

Djokovic quindi, dopo il Roland Garros, in programma da domenica 22 maggio a domenica 5 giugno, potrà partecipare anche a Wimbledon.

Wimbledon: no alla partecipazione dei tennisti russi e bielorussi

Il divieto alla partecipazione alla prossima edizione di Wimbledon è stato invece confermato per i tennisti russi e bielorussi. Il governo britannico ha stabilito linee molto chiare rispetto agli eventi sportivi in Gran Bretagna con l'obiettivo di limitare l'influenza russa. "Abbiamo adottato queste linee guida perché siamo un torneo di alto profilo e una istituzione nel campo dello sport. Abbiamo preso in esame tutte le opzioni possibili", ha dichiarato il presidente del All England Lawn Tennis an Croquet Club.

Già la scorsa settimana erano arrivate le reazioni sconcertate da parte da parte di Andrej Rublev, il tennista russo numero 8 al mondo, che si era detto disposto a firmare una dichiarazione di neutralità e a devolvere i premi per le vittime della guerra in Ucraina e di Novak Djokovic, che raccontando come lui stesso fosse un figlio della guerra nei Balcani, aveva definito questa scelta folle.

Sia la Atp che la Wta, il circuito professionistico mondiale di tennis maschile e femminile, aveva espresso tutta la loro contrarietà, dicendo che la presenza dei giocatori deve essere legata soltanto alla loro posizione nel ranking.

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