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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Paola Egonu ricorda le ferite del razzismo: "Arrivai a odiare il Veneto, lotterò contro le discriminazioni"

La stella della nazionale italiana di volley, che ha trascinato le ragazze di Mazzanti in Nations League, ricorda i momenti difficili del passato e pensa a quello che potrebbe essere il suo impegno una volta smesso di giocare

L'Italia brilla in Nations League trascinata dalla sua stella Paola Egonu. Nella Final Eight di Ankara le ragazze di Mazzanti, campionesse d'Europa in carica, ieri, giovedì 14 luglio hanno superato autorevolmente la Cina con un perentorio 3-1. Nei quarti di finale Egonu ha messo a segno 36 punti. Domani, sabato 16 luglio, nella semifinale l'Italia affronterà la Turchia, padrona di casa, in quello che si annuncia come un match importantissimo.

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Paola Egonu: le ferite del razzismo e un futuro contro le discriminazioni

Intanto fanno riflettere le dichiarazioni rilasciate a Oggi da Paola Egonu. La giocatrice che è stata MVP nell'ultimo campionato di pallavolo, vinto con l'Imoco Conegliano, con il suo club ha vinto tutto. Ora proverà un'esperienza all'estero proprio in Turchia con la VakifBank Istanbul.

L'oro conquistato agli ultimi Europei è il punto più alto raggiunto sinora in Nazionale, dove ha ottenuto anche un argento mondiale. Davanti a sè, avendo 23 anni, ha ancora una lunga carriera dove cercherà di riscattare anche la delusione provata lo scorso anno alle Olimpiadi di Tokyo 2020 dove era la portabandiera. La nazionale di volley, che poi vinse gli Europei battendo la Serbia in casa, fu eliminata proprio dalle serbe nei quarti di finale.

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In un'intervista a Oggi Egonu, nata a Cittadella da genitori nigeriani, ha ricordato alcuni momenti difficili della sua vita, in particolare un episodio di razzismo che l'ha segnata:

"Se sono mai riusciti a ferirmi a morte? Una volta. Avevo 14 anni e i genitori delle ragazze dell'altra squadra iniziarono a insultarmi: frasi razziste, cattive, davanti alle loro figlie. Un ricordo orribile. Certe meschinità sono difficili da ingoiare. È brutto, ma io sono arrivata a odiare il Veneto. Ora la gente invece è più aperta, e sono felice quando torno a casa e finalmente sto a mio agio".

"A me non capita più di subire torti, ma succede ai miei cari: mi indigno e soffro per loro. Qualche tempo fa mia mamma ha preso un caffè in un bar. Le hanno allungato una tazzina fredda, che stava sul bancone, fatta per qualcun altro. Ha protestato. La risposta è stata odiosa: ‘Se vuoi ti bevi quello'. Con un bianco non si sarebbero permessi", ha aggiunto.

Da questo vissuto Egonu sembra aver già maturato un proposito molto chiaro per il suo futuro, tra molti anni, quando smetterà di giocare a pallavolo:

"Quando smetterò di giocare mi piacerebbe lavorare in qualche organizzazione che combatte le discriminazioni… Per quale battaglia mi impegnerò? Sono nera, immigrata, donna e sessualmente fluida. Ho l'imbarazzo della scelta…", ha detto al settimanale Oggi.

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