Zanardi, parla il medico che lo soccorse in strada: ''Questa fase potrebbe durare un anno"
L'ex pilota stato trasferito nuovamente in terapia intensiva, stavolta all'ospedale San Raffaele di Milano. L'intervista a Biagioni, responsabile del 118 di Grosseto: ''I pazienti con questo genere di traumi possono alternare repentini peggioramenti e miglioramenti, ma non bisogna perdere la speranza''
Dopo il repentino ritorno nel reparto di terapia intensiva, continuano a destare preoccupazione le condizioni di salute di Alex Zanardi, l'ex pilota di Formula 1 rimasto gravemente ferito dopo un incidente in handbike. La situazione ''instabile'' ha costretto i medici a trasferirlo al San Raffaele di Milano, dopo che in un primo momento era stato disposto il ricovero in un centro riabilitativo nel lecchese.
Un caso molto complesso e delicato, quello di Zanardi, come confermato da Robusto Biagioni, il medico di emergenza e responsabile del 118 della zona di Grosseto che ha prestato soccorso ad Alex Zanardi dopo l'incidente arrivando con l'elisoccorso: "In questi casi, l'evoluzione clinica procede in un modo che definiamo ondulatorio, con riprese che vanno oltre le più ottimistiche aspettative e peggioramenti improvvisi che possono lasciare sconcertati" e allora, "non bisogna esagerare con l'ottimismo ma allo stesso tempo neppure cadere nel peggior pessimismo se Alex ha avuto un aggravamento ed è tornato in terapia intensiva. Passaggi del genere potrebbero accadere ancora per un anno, la letteratura scientifica ce lo insegna".
Zanardi, il primo medico che lo soccorse: ''Tutto può accadere
"I pazienti che hanno subito traumi simili a quello di Alex possono affrontare delle fasi di peggioramento - continua Biagioni in un'intervista sul Corriere della Sera - ma anche avere degli straordinari e repentini miglioramenti, perfino quando sembra che le condizioni respiratorie siano pregiudicate". Insomma, "tutto può accadere e non bisogna mai arrendersi". Secondo il medico toscano la situazione dell'ex pilota di Formula 1 va divisa in due parti. "Quella neurologica può essere valutata solo più avanti - spiega - Quella degli organi vitali invece può avere continue oscillazioni. C'è un'evoluzione costante dei parametri".
"Non è possibile fare un bilancio delle funzioni vitali in una fase così delicata. L'immobilizzazione stessa - spiega - è un fattore di rischio anche per un soggetto sano, figuriamoci per chi ha subito tre interventi chirurgici come Zanardi. Ogni paziente risponde in modo soggettivo".