Bicchieri, caraffe, ciotole, qualche oggetto sparso qua e là: ci sono gli ultimi 100 anni delle tavole italiane, quelle dei ristoranti, dei grandi cocktail bar, persino delle tavole domestiche dei più attenti e appassionati di mise en place nella mostra-archivio che Nason Moretti ha usato per ripercorrere il suo centenario a Murano, una delle isole più rinomate della laguna veneta. La mostra, visibile fino al 6 gennaio 2024, si trova all’interno del Museo del Vetro, ex Conterie, e fa parte della Fondazione Musei Civici di Venezia.
L’innovazione nel campo del vetro di Nason Moretti
Nata come cristalleria (per legge può conservare ancora questo nome) e poi evolutasi in vetreria di alto valore storico, Nason Moretti nasce ufficiosamente nel 1923. Negli anni la produzione si è concentrata soprattutto su bicchieri e calici per la tavola che hanno scandito le decadi e si sono distinti per il loro carattere innovativo. Basti pensare che nel 1955, l’azienda vinse il premio “Compasso d’Oro” con la serie Lidia, che contiene una serie di coppette che finì anche al MoMa di New York. Ai materiali è stata applicata la tecnica di lavorazione del vetro incamiciato, ma al contrario: l’esterno è bianco, mentre l’interno è colorato. Il lavoro ha un design scandinavo, nord-europeo che per il tempo era in assoluto contrasto con la tendenza barocca delle vetrerie venete e che avrebbe anticipato di diverse decadi la moda delle tavole scandinave e minimaliste, almeno in Italia.
Nason Moretti. Oltre 10 mila modelli tra bicchieri e calici
La relazione tra la tavola e l’azienda nel tempo è stata assoluta. Ogni collezione, lavorata con o senza designer di rilievo, segna un po’ il tempo di riferimento e riflette nel mondo dei bicchieri lo spirito di quegli anni, talvolta anticipandone i tratti. Una delle caratteristiche dominati è l’utilizzo del colore, sempre presente e in varianti quasi infinite. I pezzi delle singole serie sono anch’essi numerosissimi. Ci raccontano che vengono prodotti anche fino a 14 bicchieri diversi per uno stile: quello per l’acqua, per il cognac, per il vino, solo per fare qualche esempio. Al punto che, ad oggi, sono circa 10.000 i modelli prodotti.
Le collaborazioni con i bicchieri dei grandi ristoranti veneziani
Tra questi ce ne sono alcuni che hanno segnato le collaborazioni, oltre che con importanti marchi di moda, anche con attività di ristorazioni venete e non solo. Ci sono le confettiere realizzate per il marchio di pasticcerie Rosa Salva, oppure i bicchieri basculanti da utilizzare in barca, ci sono i miscelatori per i drink realizzati per l’Harry’s Bar di Cipriani, tra cui un identitario pezzo fatto per miscelare il Bellini. Più o meno nello stesso periodo venne prodotto un miscelatore “6 ricette” sul quale compaiono le ricette e i nomi dei cocktail. Il mixer ha un particolare collo, che si chiama “bordo ferma ghiaccio”, identificativo dell’azienda. La forma, inoltre, consente di non scaldare la miscela che poi finirà nel bicchiere da cocktail. Curiosità: Walter Bolzonella, storico bar manager dell’hotel Belmond Cipriani sulla Giudecca, ha raccontato di aver usato un bicchiere Nason Moretti per servire un drink al cane di Liz Taylor come avrebbe fatto per qualsiasi altro cliente.