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Venerdì, 29 Marzo 2024
Per la prima volta al mondo / Torino

Cieco da 30 anni, torna a vedere grazie a un occhio "costruito" con l'autotrapianto

Un uomo di 83 anni adesso distingue volti e oggetti e può muoversi in autonomia. Intervento rivoluzionario eseguito da medici italiani

Totalmente cieco, per due diverse patologie, un uomo di 83 anni è tornato a vedere grazie a un intervento rivoluzionario eseguito all'ospedale Molinette di Torino. L'anziano - E.B. - è stato sottoposto a un autotrapianto dell'intera superficie oculare (cornea, una parte di sclera e la congiuntiva) da uno dei suoi occhi. Si tratta della prima volta al mondo che si esegue questa tecnica. "Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”, le prime parole dell'anziano dopo l'operazione.

L'anziano aveva perso la vista dall'occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile da 30 anni. Poi era stato colpito da una rara malattia che lo aveva privato della vista dall'occhio destro. I medici hanno eseguito il prelievo dall'occhio sinistro che risultava irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con una buona superficie oculare. Questo gli ha permesso di tornare a vedere parzialmente. Adesso può riconoscere gli oggetti, i volti e muoversi autonomamente.

A operarlo l'équipe costituita da Michele Reibaldi (direttore della Clinica oculistica universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino) ed esperto chirurgo retinico, e Vincenzo Sarnicola (presidente della Società Italiana della Cornea e della Staminalità della Superficie Oculare e consigliere del direttivo della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche), coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.

Il trapianto di cornea a tutto spessore è l'intervento chirurgico tramite cui si provvede alla sostituzione della sola cornea che ha perso la sua trasparenza con una cornea sana proveniente da un donatore deceduto. “Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo - spiega Sarnicola -. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto". 

In questo intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. “In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali – dice Reibaldi –. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali".

“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo – spiegano Reibaldi e Sarnicola -. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere".

"La vera novità consiste – precisa Sarnicola - nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”. Nonostante l'eccezionalità dell'intervento, potrà essere replicabile in altri casi nelle stesse condizioni del primo paziente operato.

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