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Giovedì, 18 Aprile 2024
Odio social / Regno Unito

Posta la foto del figlio sul web, perseguitata dai troll: "È bruttissimo". Così l'odio online colpisce anche i più piccoli

Anche una star inglese di X-Factor ha denunciato l'ondata di odio online: "Ci dicevano di annegare nostro figlio, commenti impossibili da ignorare"

L'odio online colpisce anche i più piccoli, e spesso i commenti inappropriati diventano vere e proprie valanghe di spiacevoli insulti - o comunque frasi dai toni offensivi - postati da troll provenienti da ogni parte del mondo. Non importa se si conosce il soggetto in questione: l'unica cosa che conta è minare la sua autostima, o quella dei suoi cari.

Quando Amarah Bryan-Brown di Nottingham ha messo online su TikTok un video della sua bimba di appena sette mesi, pensava di racimolare qualche like e magari qualche commento intenerito per augurare buona vita alla sua piccola. E invece è rimasta di sasso controllando le notifiche poco dopo, e notando che era arrivato un vero e proprio fiume di insulti diretti alla sua piccola Mia-Rae.

Amarah, 20 anni, ha spiegato al Sun: "Mia-Rae aveva solo sette mesi ed era un semplice video che la mostrava mentre le mettevo a posto i capelli, la stavo preparando per uscire. È diventato virale, collezionando più di 2 milioni di visualizzazioni. Più gente guardava, più arrivavano commenti crudeli. Dapprima mi hanno detto che le stavo danneggiando i capelli. Poi gli utenti hanno iniziato a concentrarsi su du lei, sul suo peso. Era una bimba paffutella, ma sana. Gli utenti hanno iniziato a paragonarla ai lottatori di sumo, chiamandola obesa. Erano commenti che arrivavano da tutto il mondo, da parte di gente che non conosceva me nè la mia bambina".

La star di X-Factor contro i troll: "Mi dicevano di annegare mio figlio"

La piccola Mia-Rae non è l'unica neonata vittima di troll sul web, spiega il Sun: Jake Quickenden, star dell'edizione inglese di X-Factor, ha rivelato che alla sua compagna Sophie Church è stato detto "annega il tuo bambino" dopo aver postato sui social alcune foto del loro figlio Leo. Jake, 33 anni, ha chiesto al governo inglese una stretta sulle leggi che regolano gli abusi online, dicendo che alcuni commenti erano davvero impossibili da ignorare e che hanno avuto un'influenza negativa sulla salute mentale della sua famiglia.

Sempre parlando di cose orribili che accadono sul web, a maggio la mamma Courtney Tait, da Middlesbrough, è rimasta sconvolta dopo aver trovato alcune foto del suo bimbo di nove mesi sull'account, ora cancellato, @Uglies_Babies (bimbi brutti), esposto a una gogna social insensata, ingiustificata e ingiustificabile.

Tornando ad Amarah, i commenti non si sono fermati neanche adesso che Mia-Rae ha quasi due anni. "Ero ferita, ho iniziato a domandarmi perché chiunque si sentisse in diritto di commentare la mia famiglia in questo modo. Mia figlia è sana e sta bene. Siamo felici. I troll possono dire quello che vogliono su di noi, ma questo fatto non cambierà".

"Segnalavo i commenti ma Instagram rispondeva dicendo che non violavano il regolamento"

Un'altra storia riportata riguarda Rebecca Taylor, mamma di tre bambini, costretta a rimuovere le loro foto dal suo account di Instagram dopo essere stata letteralmente sommersa da una valanga di commenti insultanti: "Nel giro di poche ore i troll hanno iniziato a scrivere. Alcuni hanno detto che mio figlio Kody aveva gli occhi di un insetto. Gente che nemmeno conoscevo ha lasciato commenti orribili, cosa che mi ha scioccata. Una persona ha scritto che era grasso e brutto. Un'altra ha detto che era obeso come me. Un'altra ancora, che era brutto e aveva l'acne. Non sono cieca, so che forse non era il bambino più bello del mondo, ma ero sconvolta dal fatto che la gente potesse scrivere cose così orribili su un neonato. Ero devastata, ho iniziato a cancellare i commenti ma ogni volta ne rispuntavano fuori altri". La donna ha segnalato i commenti a Instagram "ma ho solo ottenuto risposte automatiche che dicevano che non era stato violato il regolamento del social". Oltre il danno, la beffa. "Deve essere fatto di più per fermare i troll, specialmente quando sono coinvolti i bambini" ha detto.

Ancora, Kelsey Ketley, 40 anni, che vive nel Surrey, ha postato fotografie dei suoi bambini Ella e Leo - otto e quattro anni - durante il lockdown. I commentatori si sono scatenati prendendo di mira i capelli rossi di Leo: "La gente ha chiesto da dove veniva fuori quel colore, se fosse figlio di qualcun altro. Da bambina avevo esattamente lo stesso colore di capelli, ma perché doverlo spiegare a una risma di sconosciuti? Tutto ciò deve far ricordare che i social media non sono sempre una piazza così bella, e ci sono persone che si divertono a lasciare commenti cattivi sui bambini. Non soi se avrebbero il coraggio di farli dal vivo".

La psicologa: "I troll attaccano chi ha le cose che a loro mancano"

La psicologa Jo Hemmings ha spiegato, sempre al Sun, che quei troll prendono di mira i neonati per colpire maggiormente i genitori nei momenti in cui si sentono più felici e orgogliosi: "Sono consapevoli del fatto che colpire la gente quando si sente felice e orgogliosa può causare ancora più stress e malessere. Probabilmente sono persone che non hanno famiglia o amici, e dunque attaccano chi ha le cose che a loro mancano. Amano la natura sadica dell'abuso, e non c'entra niente la salute o l'aspetto dei bambini. Se ricevete commenti offensivi, ignorateli e bloccate l'autore".

Ma, come ha detto anche Jake Quickenden, alcuni commenti sono impossibili da ignorare, e molto spesso sono in grado di minare l'autostima, la felicità e il benessere delle persone, soprattutto le più fragili, a volte anche con tragiche conseguenze. Non si tratta solo dell'insulto schietto - quello che viene riconosciuto anche dagli algoritmi dei social - ma anche di commenti più subdoli, offensivi, hate speech e body shaming, atteggiamenti di bullismo o persecutori, temi sempre più ricorrenti nel dibattito sui social e sulla loro regolamentazione.

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