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La storia di Marco, abbandonato a 5 mesi in ospedale: "Dopo 25 anni vorrei conoscere mia madre"

L'appello lanciato da Marco Parolin, che compirà 25 anni il prossimo 28 febbraio. Anche se ora ha un lavoro e una compagna, vorrebbe incontrare i suoi veri genitori

"Il mio regalo per i 25 anni? Ne ho solo uno da tanto tempo. Ed è quello di trovare mia madre".  Marco Parolin, il prossimo 28 febbraio 2023, compirà per l'appunto 25 anni. E anche se ora ha un lavoro in un negozio di informatica, ha una compagna e ha le idee chiare sul suo futuro, sul suo passato ci sono troppi misteri. 

Misteri che partono quel 31 luglio 1998, quando venne abbandonato da sua madre nel reparto di Ginecologia dell'ospedale di Rivoli. I medici, che all'epoca lo chiamarono Francesco, alla polizia dissero che quel pargoletto aveva cinque mesi, pesava sette chili ed era ben vestito. Con tanto di elegante salopette e scarpe di marca. Ma con lui non c'erano messaggi o lettere che contestualizzassero e spiegassero quel gesto.

Marco, poco dopo, venne poi affidato ad una casa-famiglia. Poi, in un secondo momento, ai coniugi Parolin: papà Massimo e mamma Laura. "Due genitori meravigliosi che mi hanno amato, fatto crescere con sani principi e mi hanno fatto sentire come se fossi davvero loro figlio. Sono due persone meravigliose che rimarranno per sempre nel mio cuore", ricorda Marco, spiegando come i suoi genitori adottivi siano morti nel 2008 e nel 2011. 

Ora, visto l'importante traguardo che sta per tagliare, Marco vuole chiarezza. O, quanto meno, vuole provare a ricostruire quanto successo nei primi mesi di vita e fino a quel 31 luglio 1998.

"Ci sono due domande che ripetutamente mi pongo: perchè mi hanno abbandonato? E, soprattutto, chi è mia madre? Da quello che ho capito, i vestiti che indossavo quel giorno erano di marca. Voleva dire che mia madre mi aveva comprato quegli indumenti in un negozio importante. E, ancora, ero in salute e non risultano malattie. L’unica cosa è che avevo un braccio atrofizzato e avevo difficoltà quando vedevo la luce del sole. Probabilmente ho vissuto al buio e stavo sempre in determinate posizioni", spiega Marco che, ancora, avrebbe piacere di incontrare la donna che gli ha dato la vita.

"Vorrei conoscerla. Sono conscio che dopo 25 anni sarebbe tutto complicato. Per me e per lei. Ma le vorrei chiedere perché abbia deciso di abbandonarmi. Io lo vedo come un gesto d’amore. Di grande amore. Perché non mi ha abbandonato per strada. Ma in un reparto di un ospedale. Però di me non si sa nulla. Potrei anche essere straniero, in particolar modo albanese. Ed è per questo che ora mi sto muovendo con tutte le comunità albanesi italiane, oltre che attraverso le forze dell’ordine. Se ho paura di non ottenere risposte? Sì, non lo nego. Ma è doveroso provarci. Ho mille domande che mi passano per la testa. Compresa quella relativa a cosa sia successo tra la mia nascita e il 31 luglio 1998». 

E per cercare di trovare informazioni, ha deciso di riempire i social di appelli. Postando anche l'articolo che il quotidiano "La Stampa" gli dedicò all'epoca per quello che era diventato, a tutti gli effetti, un caso. 

"Chiunque sappia o abbia ricordi di quel giorno, perchè era un medico o un infermiere, o si ricordasse del periodo in cui vivevo con la mia vera madre, si faccia avanti e mi contatti", questo l'appello di marco. 

 Se hai una storia da raccontare scrivici a storie@today.it

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