"Nella società del covid siamo tutti sempre più soli, ricevo avances da persone a cui non avrei mai pensato"
"Nelle loro parole, pur sempre gentili, vedo un profondo senso di malessere e solitudine"
Riceviamo sempre più spesso mail di lettrici e lettori che vogliono condividere le loro storie, riflessioni ed esperienze. Nelle storie di questi lettori si riflettono tematiche che sono anche all'attenzione del dibattito pubblico come l'identità di genere, la condizione della donna, le nuove forme di bullismo nell'ambiente digitale, le nuove opportunità di definizione del sé e degli stili di vita. Da queste lettere emerge il fatto che nessuno è solo: l'esperienza di chi ci scrive è quella quotidiana di moltissimi altri.
Per condividere la vostra esperienza potete scriverci a lettere@today.it Le storie selezionate dalla redazione verranno pubblicate.
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"Buongiorno redazione, mi chiamo Marzia, ho 40 anni, vivo a Milano e sono sposata. Non mi dilungherò a scrivere quanto sia stato stressante il periodo della pandemia perché lo sappiamo tutti: il lockdown, le famiglie che 'scoppiano' stando chiuse in casa, la paura di ammalarsi, quella per chi di noi si è ammalato, la socializzazione limitata, le restrizioni, i vaccini, i no vax, i no pass e la tensione continuamente crescente nella nostra società. È un periodo veramente senza precedenti.
In questo momento, a me (e non solo a me, almeno stando a quanto mi hanno raccontato alcune mie conoscenti) sta accadendo una cosa particolare: soprattutto sui social ci sono alcuni uomini che conoscevo già prima, e che in questi mesi mi stanno contattando con nuovi approcci. Alcuni di loro mi hanno confessato in maniera scomposta di essere attratti da me, altri mi cercano con una certa insistenza anche solo per chiedermi come va, senza particolare motivo, lasciandomi un po' interdetta.
Non fraintendetemi, sui social soprattutto le donne ricevono messaggi di ogni sorta, non è certo una novità ricevere avances da persone interessate alla conquista. Ma qui qualcosa è cambiato: spesso si tratta di persone che conosco già, spesso solo superficialmente, ma che ho sempre ritenuto educate, riservate e gentili, nessun 'predatore seriale', e mai mi hanno detto una parola di troppo fino a questo periodo. Adesso avverto un senso di malessere e malinconia nelle loro parole. Quasi come un voler fuggire.
"Siamo iperconnessi ma sempre più soli"
Ne ho parlato con alcune amiche, e mi hanno detto che anche a loro sta accadendo la stessa cosa, a chi più e a chi meno. Penso che queste siano reazioni al grande senso di disagio e spaesamento che stiamo provando tutti ormai da un anno e mezzo: siamo iperconnessi, ma in realtà sempre più soli e impauriti. Questo succedeva già prima del virus, ma siamo in un momento in cui, oggi più che mai, ogni certezza sembra sbriciolarsi. C'è chi affronta questo senso di solitudine come può, a volte aggrappandosi all'unico raggio di sole che incontra, che può essere il sorriso o una parola di conforto di una persona conosciuta, arrivando a equivocarne il significato.
Sono in imbarazzo con queste persone gentili di cui avverto il malessere ma a cui devo, allo stesso tempo e in maniera ferma, dire che non sono interessata. È una situazione che mi intristisce, e mi fa pensare che con le conseguenze psicologiche di questo periodo avremo a che fare ancora a lungo"