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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il racconto / Australia

La disavventura del militare australiano con la “pianta dei suicidi”

È rimasto tre settimane in ospedale dopo essersi imbattuto nella “gympie-gympie”

Ci sono piante e piante. Ne sa qualcosa l’ufficiale Cyril Bromley. Il militare di origini australiane è rimasto tre settimane in ospedale dopo essersi imbattuto nella gympie-gympie (appartenente alla specie Dendrocnide moroides), detta anche la pianta dei suicidi. "Ricordo che mi sembrava che ci fossero mani giganti che cercavano di schiacciarmi il petto", ha raccontato il veterano. "Per due o tre giorni il dolore fu quasi insopportabile; non riuscivo a lavorare o dormire, lo stesso vale per le settimane seguenti. Il bruciore è durato per due anni e si è ripresentato ogni volta che facevo una doccia fredda".

Cyril ha anche raccontato come un altro soldato se la passò brutta dopo aver avuto la cattiva idea di usare la pianta come carta igienica nella foresta australiana. Ad ingannare il militare l'aspetto vellutato delle sue foglie. Alla fine il dolore era talmente forte che l’uomo dopo qualche giorno di agonia si tolse la vita con un colpo di pistola. Proprio in questo racconto è spiegato il soprannome della pianta: dolori così forti da annientare e da spingere anche a gesti estremi. E’ una sorta di ortica gigante le cui foglie sono coperte da spine urticanti. Piccoli e sottili aghetti, quasi invisibili ad un osservatore poco attento, ma che se ti pungono iniettano nell'organismo una tossina simile a quella rilasciata dai ragni velenosi e capace quindi di provocare dolori lancinanti.

È comune nelle aree della foresta pluviale del nord-est dell'Australia e si solito cresce anche una trentina di metri ma solo in altezza, come un singolo stelo. Proprio in virtù della pericolosità di questa pianta e delle conseguenze alle quali può portare, in genere la presenza di questa ortica gigante è segnalata agli escursionisti attraverso dei cartelli giganti. Li si trova soprattutto lungo i percorsi naturalistici, non ovviamente in zone meno battute. La sua pericolosità però genera così tanta preoccupazione che oramai chi si avventura a piedi in alcune zone parte già equipaggiato.

Gli escursionisti più esperti portano con loro, come parte dell’attrezzatura, anche respiratori, guanti e antistaminici. La pianta dei suicidi, per la sua particolarità ma anche per le leggende che si raccontano su coloro che hanno avuto la sfortuna di imbattersi in essa, è oggetto di numerosi studi. Effetti, specifiche e rimedi non sono ancora stati del tutto resi noti. Ma di sicuro in Australia, come e più degli altri posti nel mondo, soprattutto in questi casi vale il detto “guardare e non toccare”.

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