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Sabato, 20 Aprile 2024

Vi racconto la storia dell’uomo che cammina sulle acque. E non è Gesù

A volte mi chiedo cosa si debba fare per lasciare un segno concreto nella storia. C'è chi, con la terza elementare come titolo di studio, ha progettato e costruito un sommergibile e con questo è sceso a 412 metri di profondità, toccando il punto più basso del Lago di Como. E c'è chi twerka sui social network, senz'arte né parte - forse senza ritegno -, accompagnato da musiche discutibili.

Il primo si chiama Pietro Vassena ed è vissuto dal 1897 al 1967 a Malgrate, in provincia di Lecco; ha stabilito un record mondiale nell’anno di grazia 1948, eppure al di fuori dei confini del suo territorio è poco conosciuto e apprezzato. Gli altri? Si moltiplicano come formiche, non importa il nome, ciò che conta è che abbiano centinaia di migliaia, se non milioni, di follower. Non me ne vogliano i fortunati tiktoker, ma qualcosa stride. 

Uno dei personaggi più affascinanti del Novecento italiano è davvero (troppo) poco noto. È questa considerazione ad avermi spinto ad approfondire la sua vicenda personale, tra libri, articoli, testimonianze dirette di chi lo ha conosciuto e ha vissuto la straordinaria impresa compiuta nel 1948. Quell'anno, in un'Italia appena uscita dalla guerra e dal fascismo, alla ricerca di eroi antieroi e di storie che facciano sognare, Pietro Vassena stabilisce il primato di immersione in profondità a bordo di un sommergibile da lui stesso progettato e costruito. Per rendere l'idea: all'epoca nessun mezzo militare delle potenze mondiali riesce a superare i 100 metri. Il nostro, invece, porta il suo batiscafo, il "C3", a quota 412 metri, ad Argegno, toccando il fondo del Lario. Non parliamo di un ingegnere, ma di uno straordinario autodidatta.

Decine di invenzioni visionarie

Basterebbe già questo per innamorarsi di Vassena e del suo modo di affrontare la vita controcorrente, sempre sospinto da idee visionarie in barba ai pareri dissonanti di chi lo circonda. Ma c'è altro. Molto altro. Ad esempio tutte le sue curiose invenzioni: apparecchi alimentati a gasogeno, ovvero a carbonella; i mezzi fuoribordo, le omonime motociclette Vassena, i motori a due tempi bicilindrici che pochi anni dopo vengono montati di serie su moto destinate a fare la storia, come le Rumi. Ma forse l'invenzione in grado più di altre di lasciare un segno nell'immaginario collettivo è rappresentata dagli skivass, sorta di sci grazie ai quali si può camminare sull'acqua, con cui il nostro un giorno a Bellagio si presenta nientemeno che al cospetto del presidente Kennedy.

Pietro Vassena ha camminato sulle acque e le ha attraversate. Un gigante. Eppure, oltre a essere poco conosciuto, di lui si fatica a reperire materiale video convincente. Per questo ho scelto di realizzare un filmato su Youtube nel quale ripercorrere l'ideazione, la nascita, il successo e la triste fine del sommergibile C3 (nome derivante dalla cella in cui viene detenuto alla fine della guerra per presunte collaborazioni con i tedeschi), tracciando un profilo accurato del Vassena. Un uomo comune che, grazie a passione, competenza e un pizzico di follia, ha compiuto gesta precluse ai più ed è entrato nella leggenda.

La storia merita di uscire dai confini della provincia di Lecco o di quella di Como. Il video, a metà fra documentario e intrattenimento, va in questa direzione. In fondo sono un inguaribile romantico: se ce la fanno i tiktoker a colpi di twerking, perché non ce la può fare chi ha camminato sulle acque? Secoli fa, con un simile biglietto da visita, a qualcuno andò decisamente bene.

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