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Sabato, 20 Aprile 2024
Disturbi alimentari / Regno Unito

Per 10 anni mangia solo pane e yogurt: il ragazzino che lotta per sconfiggere la sua fobia

Ashton ha 12 anni, e da più di 10 mangia solo pane da toast e yogurt. Da neonato soffriva di reflusso gastroesofageo e stava male quando mangiava, per questo gli è venuta la fobia del cibo, ma le sue paure sono sempre state scambiate per capricci

Per più di una decina di anni ha vissuto mangiando esclusivamente pane da toast e yogurt, prima di iniziare un lungo percorso che lo sta portando a sconfiggere finalmente la sua paura del cibo.

Il Daily Mail ha raccontato la storia di un ragazzino inglese di 12 anni che ha passato praticamente tutta la sua vita mangiando solo due alimenti, ovvero pane da toast della Warburtons e yogurt alla fragola e banana della Munch Bunch: Ashton Fisher, originario del Norfolk, si è sempre spaventato, mettendosi a piangere dal terrore, quando gli veniva proposto qualcosa di diverso da mangiare. 

A luglio gli è stato diagnosticato un disturbo dell'alimentazione che sua madre, Cara, pensa sia dovuto a un reflusso gastroesofageo particolarmente importante di cui Aston ha sofferto quando era un neonato, e che lo faceva stare male ogni volta che mangiava qualcosa.

Dopo aver iniziato un percorso con uno psicologo, Ashton ha iniziato a introdurre poco per volta nella sua dieta nuovi piatti, come panini, arrosti, e i Chicken McNuggets del McDonald's.

La madre ha riferito di essersi molto preoccupata per il figlio, poiché mangiando solo pane e yogurt non assumeva tutti i nutrienti di cui aveva bisogno per crescere bene: il problema era che il bambino non riusciva a mangiare altro perché, stando ai racconti di Cara, quando gli veniva messo nel piatto qualcosa di diverso veniva colto da terribili attacchi di panico.

"Non abbiamo mai fatto cene di Natale con i parenti perché Ashton non poteva sopportare l'odore del cibo. È stato come vivere in un incubo" hanno rivelato i genitori, Cara e James, al Daily Mail. Il medico di famiglia, però, a quanto pare, ha sempre declassato il problema di Ashton dicendo che il ragazzino aveva dei gusti solo particolarmente difficili ed era un po' capriccioso. Cara e James hanno cercato di far cambiare abitudini alimentari al figlio quando era più piccolo, ma non c'è stato verso.

"Lo abbiamo portato da un dietista - dice Cara - ma è stata una completa perdita di tempo, perché sapevamo cosa avrebbe dovuto mangiare per crescere sano. Il fatto è che Ashton aveva paura e non riusciva. I medici non lo hanno capito e hanno sempre detto sostanzialmente che crescendo i suoi gusti si sarebbero ampliati".

La svolta è arrivata alla scuola media: i compagni di Ashton hanno iniziato a chiedergli perché non volesse mangiare come tutti gli altri, e lui si è sentito diverso, in qualche modo non totalmente accettato.

La famiglia a quel punto lo ha portato da uno psicologo specializzato in disordini alimentari, che gli ha diagnosticato l'Arfid (disturbo evitante/restrittivo dell'assunzione del cibo). "A quel punto tutto ha avuto senso - continua Cara -. Sapevamo che Ashton non era solo un bambino capriccioso. Si bloccava letteralmente quando cercavamo di dargli qualcos'altro da mangiare. Il suo viso sbiancava dal terrore".

Come sta andando, adesso? "Ha iniziato a mangiare panini col prosciutto, ha anche provato un arrosto, le patatine Pringles e i nuggets del McDonald's". Insomma, passo dopo passo Ashton sta iniziando la sua nuova vita alimentare. "È così orgoglioso ogni volta che riesce a mangiare qualcosa di nuovo. Siamo ancora all'inizio del percorso ma le cose stanno andando bene, lo psicologo gli ha fatto trovare la fiducia necessaria per mangiare cose nuove. Adesso sta comprendendo che il cibo non lo farà stare male".

"Non si parla abbastanza di questi disturbi - conclude Cara - è un peccato doversi rivolgere a uno specialista privato, pagando, ma i medici di famiglia non sono abbastanza esperti per riconoscere l'Arfid. È un problema psicologico, la stessa cosa dell'aracnofobia, per fare un esempio. Dare a chi soffre di questo disturbo un piatto di cibo che non ha mai provato prima, è come servire a una persona un vassoio di vermi. È un disturbo molto difficile da affrontare, sia per chi ne soffre sia per i genitori, ma voglio che tutti sappiano che c'è chi può aiutare. Non solo i bambini ne soffrono, c'è bisogno di maggiore aiuto e sensibilità su questi temi".

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