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Mercoledì, 17 Aprile 2024
La storia / Genova

In coda in autostrada scopre per caso dei preziosi reperti romani

Ad Arenzano ritrovato un sito archeologico d'epoca imperiale romana: "È stato emozionante, si scopre un nuovo tassello della romanizzazione della Liguria"

Hanno rivisto la luce nei giorni scorsi dopo molto tempo, complice alcuni scavi per creare una strada di cantiere: sono così stati scoperti, ad Arenzano, in un terreno privato, mattoni e piastrelle originari dell'epoca imperiale romana. La scoperta quasi per caso grazie all'interessamento di due cittadini appassionati di storia del territorio che hanno coinvolto la Soprintendenza: così, poco lontano dall'ingresso dell'autostrada, è stato ritrovato un sito archeologico di notevole interesse. L'area è attualmente in corso di scavo ma a un primo esame risulta risalente all'età imperiale e con tutta probabilità si tratta di una fornace da laterizi e varie porzioni di strutture oltre a evidenze di sistemazioni agricole di età medievale e moderna. 

Cantiere sito archeologico ad Arenzano (Foto Genovatoday)

E per una volta bisogna "ringraziare" le interminabili code sull'A10, perché è proprio stando fermo nel traffico, subito dopo aver oltrepassato il casello, che l'arenzanese Gianni Damonte, guardando il panorama, ha notato quegli strani mattoni rossastri emergere dal terreno di un cantiere privato (fuori autostrada) per la riqualificazione di un'area agricola da tempo abbandonata. Insospettito, Damonte, da sempre attivo per la tutela del patrimonio storico di Arenzano e membro dell'associazione "U Gruppu", ha osservato meglio nelle settimane successive e ha coinvolto un'altra socia dell'organizzazione di volontariato, Lucia Ferrari, consigliera comunale laureata in archeologia, membro dell’Istituto di Storia della Cultura di Genovae anche lei appassionata del territorio e della sua salvaguardia: "Da un'analisi superficiale - spiega Ferrari a GenovaToday - abbiamo subito capito che si trattava di qualcosa di particolare, dunque ho avvisato la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria che si è attivata immediatamente".

La scoperta: "Piccoli reperti trovati nel tempo, eravamo sul 'chi vive'".

Non è la prima volta che ad Arenzano vengono effettuati ritrovamenti ma mai di questa portata: “Negli anni '60 alcuni piccoli reperti erano stati trovati dall'indimenticato professor Tiziano Mannoni nel quartiere di Terralba, frammenti di ceramica e tegole – spiega Gianni Damonte a GenovaToday – erano l’unica traccia della romanità ad Arenzano, ma proprio per questo pensavamo che in zona avrebbe potuto esserci altro, eravamo sul ‘chi vive’. Ogni tanto chiedevo ai residenti e ai contadini se trovavano qualcosa, ho cercato nei muretti delle creuze, ma niente. Poi poco tempo fa mi trovavo in auto, in coda subito dopo aver oltrepassato il casello, quando ho notato quella terra rossastra strana, con pezzi di mattone particolari che affioravano dagli scavi del cantiere. Nei giorni successivi sono tornato a osservare più da vicino, con calma, e quando ho capito che potevano essere reperti ho subito coinvolto Lucia la quale ha chiamato a sua volta la Soprintendenza. È stata una scoperta molto emozionante”.

All'inizio si pensava che quelle mattonelle - realizzate con terreno rubefatto, che ha subito processi di cottura - potessero essere reperti risalenti al medioevo. Invece un'analisi più approfondita, grazie alla Soprintendenza, com'è stato confermato anche in consiglio comunale, ha svelato che si tratta con tutta probabilità di laterizi di origine imperiale romana, forse risalenti al I o II secolo, conservati sotto livelli agricoli dei secoli successivi, ma con il tempo le ricerche potranno dare risultati più precisi. Quel che è certo, è che si tratta di un ritrovamento importante per Arenzano e non solo: "Questo è determinante per la storia della cittadina - dice Ferrari -. Si avevano notizie di alcuni frammenti ritrovati sul territorio, e poi anfore dell'impero romano trovate sui fondali di Arenzano derivanti probabilmente dal commercio: questa invece è una scoperta importante per approfondire la storia del territorio e della romanizzazione della Liguria. Tra l'altro si pensa a un antico sito produttivo".

Segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza, immediato è stato l'interessamento della dottoressa Nadia Campana, ispettrice incaricata per la zona del ponente genovese che ha subito effettuato il sopralluogo e contattato i responsabili del cantiere per disporre le necessarie misure di tutela e ricerca. Ampia disponibilità è stata data dalla committenza dei lavori edili, pur stupita del ritrovamento, che ha incaricato la ditta archeologica Aran Progetti e predisposto il programma di verifica e bonifica preliminare. Il comune di Arenzano con il Sindaco Francesco Silvestrini, entusiasta per il ritrovamento, ha dato disponibilità a supportare le operazioni di tutela e valorizzazione del sito.

"Si vuole rassicurare i cittadini - sono le parole diffuse dal Comune - che il sito è dunque sotto controllo e ha tutta l’attenzione che merita. Notizie verranno fornite dalla Soprintendenza nei modi e tempi dovuti e l’accesso al sito è consentito solo agli addetti ai lavori".

La zona delle 'fornaci'

"Sono contento per questo ritrovamento particolare - aggiunge il sindaco di Arenzano Francesco Silvestrini - non è un sito piccolo, anzi, credo che in Liguria non ce ne siano molti di queste dimensioni. La zona tra l'altro viene da sempre denominata 'fornaci' a causa di alcune di queste costruzioni presenti fino a inizio '900: chissà che il termine non sia sopravvissuto da più tempo di quel che pensiamo, magari per indicare una zona in cui effettivamente in antichità sorgevano fornaci da laterizi usate dagli antichi romani. A mia memoria non ci sono mai stati ritrovamenti di questo genere e di questa importanza ad Arenzano. Il Comune dà disponibilità a supportare le operazioni di tutela e di valorizzazione del sito". 

Adesso gli scavi stanno procedendo, e il Comune si augura che i materiali possano essere studiati a breve, e che i risultati degli studi siano resi pubblici in tempi brevi arricchendo la conoscenza delle fasi ancora nebulose della romanizzazione della riviera ligure e delle instabili fasi successive alla fine dell'impero romano: "Ora che una certezza mette il punto su un tassello della storia di Arenzano - sono le parole dell'amministrazione - allo studioso si chiede di fare il suo dovere ossia formulare tantissime e vaste e nuove domande a cui cercare di dare poche e puntuali e provate risposte. All’amministrazione l’onore e l’onere di tutelare e valorizzare il patrimonio ereditato inaspettatamente da un passato così remoto. Agli altri il privilegio di farsi partecipi di una storia millenaria e volendo di fantasticare e inventare scenari di ogni sorta. Un tassello di storia nascosto per quasi due millenni tra i coltivi in un lembo di terra scampato quasi per miracolo all’imperante bulimia edilizia della riviera Ligure. A volte succede".

La storia e le antiche tracce romane

Ripercorrendo un po' di storia, Carlo De Negri (tra i fondatori dell’Associazione Ligure di Archeologia e Storia Navale) nel libro "Arenzano - Cose, eventi, genti" pubblicato nel 1953, spiega che l'antica strada romana - una semplice mulattiera che collegava i diversi centri liguri - raggiungeva da Vesima il territorio di Arenzano ma non sul mare: dopo aver attraversato il rio Lupara in prossimità della località Campo, passava poi per Terrarossa, per le zone in cui ora si trovano il Santuario di Nostra Signora delle Olivete, piazza della Vittoria, via Dante, il Santuario di Gesù Bambino di Praga, via Inipreti, Terralba e la Val Lerone. E, in effetti, proprio nella zona di Terralba è stato effettuato il recente ritrovamento.

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