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Giovedì, 28 Marzo 2024
Storie Corea del Sud

I ricercatori contro l'università che vuole realizzare robot-killer

Gli studiosi di circa 30 paesi hanno iniziato il boicottaggio del Kaist, una delle principali istituzioni scientifiche della Corea del Sud

Incubo robot killer. No, non è la trama del celebre film di fantascienza Terminator, ma il timore paventato dai ricercatori di circa 30 paesi che hanno iniziato un boicottaggio nei confronti di una delle principali istituzioni scientifiche della Corea del Sud, Korean Advanced Institute of Science and Technology (Kaist), accusata di avere in programma la costruzione di robot assassini. 

Oltre 50 dei principali accademici che operano nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) hanno firmato una lettera in cui chiedono il boicottaggio del Kaist a causa di un progetto che questo istituto ha avviato con il produttore di armi Hanwha Systems. “Ci sono molte grandi cose che si possono fare con l’AI per salvare vite, anche in un contesto militare, ma dichiarare apertamente che l’obiettivo è quello di sviluppare armi autonome e avere un partner come quello provoca profonde preoccupazioni”, ha commentato al Guardian Toby Walsh dell’University of New South Wales. 

“Si tratta – ha aggiunto – di un’università estremamente rispettata con un partner eticamente molto dubbio che continua a violare le norme internazionali”. La mossa dei ricercatori viene in momento particolare,perché la prossima settimana ci sarà presso le Nazioni unite a Ginevra una riunione sulle armi autonome. Una ventina di paesi ha già chiesto il divieto totale di produzione dei robot killer. Hanwha, principale produttore sudocoreano di armi, è già nel mirino delle critiche perché continua a produrre bombe a grappolo che sono vietate da 120 paesi. 

Il Kaist dal canto suo si è difeso assicurando, per bocca del suo presidente Shin Sung-chul, di non “avere alcuna intenzione d’impegnarsi nello sviluppo di armi letali autonome e di robot killer”. Ha aggiunto che il “Kaist non condurrà alcuna attività di ricerca che vada contro la dignità umana, a partire dalla produzione di armi che non hanno un decisivo controllo umano”. 

I riflettori si sono accesi sul serioso centro di ricerca quando, a febbraio, ha aperto una struttura per studiare l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla difesa nazionale. In un annuncio, in seguito ritirato, il Kaist precisava che il centro si sarebbe concentrato su “sistemi di comando e decisione, algoritmi composti di navigazione per grandi veicoli sottomarini senza equipaggio, sistemi di addestramento per piccoli velivoli aerei basati sull’intelligenza artificiale e tecnologia di tracciamento e ricognizione di piccoli oggetti basata sull’Intelligenza artificiale”.

In Corea del Sud già un’azienda, la Dodaam Systems, produce un robot killer statico, che da una torretta è capace d’individuare e colpire obiettivi a diversi chilometri di distanza. Il “terminator” è stato testato lungo il confine con la Corea del Nord ed è venduto a paesi come Emirati arabi uniti e Qatar. Secondo la compagnia, per una scelta etica, la decisione di effettuare un’azione letale è demandata al controllo umano. 

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