Martedì l'informativa del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, alla Camera. Il tutto in attesa del dossier, giudicato "esaustivo", dagli inquirenti egiziani che sarà consegnato al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone
Così Paola Regeni, madre del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto, ha raccontato il riconoscimento del cadavere di Giulio, durante la conferenza stampa convocata oggi al Senato dal senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i Diritti umani
L'Egitto rilancia la pista della criminalità comune. Una "fonte della sicurezza" citata dal quotidiano 'El Watan', comunica che i componenti della banda di sequestratori uccisi al Cairo "sarebbero legati all'omicidio" di Regeni. L'Espresso: "Verità ufficiale fa a pugni con la logica"
Le autorità egiziane faranno di tutto affinché sia "raggiunta la verità sulla fine" del giovane italiano: ad assicurarlo è il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in un'intervista a Repubblica
Arriveranno direttamente dalla procura della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e Sergio Colaiocco, titolari dell'inchiesta sulla morte di Regeni. L'obiettivo è quello di ottenere collaborazione piena dalle autorità egiziane
Il sito filogovernativo Youm7 - citando fonti della sicurezza locali - riferisce che 24 ore prima della sua scomparsa il ricercatore avrebbe incontrato un giovane, forse un amico, con cui avrebbe discusso. Di quei momenti ci sarebbe anche un video
Parla Honda Kamel, ricercatrice egiziana e attivista Egyptian Center for Economic and social rights. Amica del giovane morto in Egitto parla di vere e proprie incomprensioni tra i due su stop a finanziamento a organizzazione
L'Egitto non sembra voler indagare davvero sulla morte di Regeni. E pochi giorni fa venti funzionari del National Security Sector del Cairo sono stati accolti alla scuola di polizia giudiziaria amministrativa di Brescia per un corso di "tecniche investigative avanzate di contrasto al terrorismo": l'articolo del Fatto Quotidiano
Il giovane friulano è stato interrogato "per giorni" dalle forze di sicurezza egiziane. Questo fatto, scrive la Reuters, è "la più evidente prova che Giulio Regeni sia stato ucciso dai servizi di sicurezza egiziani perché rivelano metodi di interrogatorio violento quali la tortura con le sigarette ripetuta per diversi giorni, che secondo i gruppi per i diritti umani è il marchio di fabbrica dei servizi di sicurezza"