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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il nuovo flop

Addio Google Glass, l'ennesimo flop di Big G

Gli occhiali smart si aggiungono a una lista già lunga di investimenti sfortunati

Vista di nuovo appannata per Google, che il 15 marzo scorso ha annunciato lo stop alle vendite delle ultime paia d'occhiali a realtà aumentata, i Glass Enterprise Edition. Il 15 settembre prossimo cesserà anche l'assistenza per tutti i prodotti "Glass". Un progetto iniziato nel 2013 che termina dieci anni più tardi dopo una serie di fallimenti che hanno portato il colosso di internet a ri-brandizzare gli occhiali, spostandoli da oggetto smart per il grande pubblico a specifico per professionisti. La Enterprise Edition era infatti la versione per aziende degli smart glass, lanciata nel 2019 e con una serie di novità hardware di spessore, ma comunque indietro rispetto alla concorrenza. 

Il primo modello degli occhiali a realtà aumentata fu lanciato oltre dieci anni fa, ma nonostante fosse pressoché l'unico prodotto di questo tipo in commercio, non raggiunse mai il successo che il colosso si aspettava. Per questo motivo, Big G ha deciso di specializzarsi sul settore aziendale medico-scientifico, creando il modello di Glass per professionisti con una marea di nuove personalizzazioni e novità sia software e hardware. Ma niente da fare. Nemmeno la specializzazione su un campo specifico è riuscita a lanciare il prodotto. Complici, da un lato, la scarsa tecnologia rispetto a quelli della concorrenza e dall'altro la scarsa domanda generale per oggetti di questo tipo. "Grazie per oltre un decennio di innovazione e partnership" ha dichiarato Google dopo la chiusura definitiva del progetto. Ma non demorde. Come riferito dalla stessa azienda nel 2022, sono stati infatti annunciati progetti per nuove tecnologie nel campo della realtà aumentata, come oggetti in grado, ad esempio, di tradurre in tempo reale un discorso in lingue diverse.

Nel frattempo però la concorrenza non sta a guardare. E, nonostante i tagli che continuano a decimare il personale, Meta sul fronte "augmented reality" sembra sempre un passo avanti, rincorsa da Apple. Quest'ultimo fallimento di Big G si rifarà a un'altra lunga serie di creazioni che negli ultimi 10-15 anni sono scemate in niente. Ovviamente, si parla solo degli aspetti negativi di un colosso che continua a essere leader mondiale del settore, nonché una delle società più quotate. Tuttavia non si possono non ricordare i buchi nell'acqua fatti dall'azienda di Larry Page, che spesso e volentieri in quanto a "vista" predittiva, si è dimostrata carente. Per ricordarne alcuni: Google+, social chiuso nel 2019; Google Chromcast audio, una versione depotenziata di Alexa, chiuso nel 2019; Picasa, software di foto ritocco chiuso nel 2016; Allo, software di messaggistica che sfruttava l'intelligenza artificiale per rispondere, chiuso nel 2019; Stadia, piattaforma online di gaming, chiusa a gennaio 2023; Una lista, questa, non completa (sarebbe molto più lunga) ma che man mano rischia di far crollare la fiducia dei consumatori nell'azienda stessa. 

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