Addio enciclopedia è l'era del digitale

Saranno anche freddi, consumati e stropicciati, ma a dire il vero non si può immaginare un mondo senza libri, non ancora almeno. Ma la notizia della chiusura delle ristampe dell'Enciclopedia Britannica, una delle più importanti di sempre in lingua inglese, fa scalpore. Come se fosse un vero riconoscimento dell'oramai inarrestabile era digitale, il volume si concentrerà principalmente sulle versioni online e su testi per la didattica. L'ultima versione stampata è quella del 2010 composta da 32 volumi e che include nuove voci come quelle sul riscaldamento globale e sul Progetto Genoma Umano. Nelle parole di Jorge Cauz, Presidente dell'Enciclopedia Britannica Inc., si legge la nuova avventura per il sapere umano: "Alcune persone ne avranno nostalgia, ma abbiamo uno strumento migliore che è il sito web, in continuo aggiornamento e più espansivo e multimediale". 

Si pensi che negli anni '50 l'Enciclopedia Britannica era un oggetto di lusso, parcheggiato sulla libreria più come arredo che utile strumento di studio. L'acquisto di un set era spesso un'importante spesa da sostenere e molte famiglie hanno dovuto pagare rate mensili per sostenerla. L'arrivo del web e del digitale ne hanno ridotto drasticamente le copie e la diffusione fino alla decisione di bloccarne la produzione. Le vendite della Britannica hanno raggiunto un picco nel 1990, quando 120.000 set sono stati venduti negli Stati Uniti. Ma ora la stampa delle enciclopedie valgono per meno dell'1 per cento delle entrate; circa l'85 per cento dei ricavi deriva dalla vendita di prodotti di studio in materie come la matematica, la scienza e la lingua inglese, e il 15 per cento proviene dagli abbonamenti al sito Web