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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Amazon sotto inchiesta per evasione fiscale: "In Lussemburgo i profitti realizzati in Italia"

"130 milioni di euro" questa la cifra contestata allʼattività della filiale lussemburghese del colosso dellʼe-commerce dove, secondo lʼaccusa, sarebbero stati contabilizzati i profitti realizzati in Italia in modo da aggi

Il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano ha accertato una presunta evasione fiscale da parte di Amazon per circa 130 milioni di euro. Il dato è emerso nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Procura milanese, oltre un anno fa, indagando un manager della filiale lussemburghese del colosso della grande distribuzione. I militari hanno redatto un cosiddetto "processo verbale di constatazione".

L'evasione del colosso dell'e-commerce si riferirebbe al quinquennio 2009-2014 e la cifra sarebbe stata definita dagli investigatori del nucleo polizia tributaria della guardia di finanza di Milano nel cosiddetto "processo verbale di constatazione", ovvero una relazione che contiene l'attivita' di controllo svolta e l'indicazione delle violazioni rilevate e dei relativi addebiti. L'accertamento e la relativa accusa rientrano in un'indagine in corso da piu' di un anno, coordinata dal pm Adriano Scudieri e dal procuratore capo Francesco Greco.

Nell'inchiesta sul colosso dell'e-commerce con base a Seattle, coordinata dal pm Adriano Scudieri e dal procuratore Francesco Greco, è stato ipotizzato il reato di omessa dichiarazione dei redditi e gli inquirenti si sono concentrati sull'attività della filiale del Lussemburgo dove, secondo l'ipotesi, con un meccanismo "fotocopia" oramai assodato dalla magistratura milanese anche per altri "giganti" dell'hi tech (tra cui Apple, Google e Facebook) sarebbero stati contabilizzati i profitti realizzati in Italia in modo da aggirare il fisco.

Per quanto riguarda, invece, gli altri fronti delle indagini milanesi e in particolare il caso Apple, lo scorso ottobre aveva patteggiato 6 mesi convertiti in 45mila euro di multa Michael O'Sullivan, legale rappresentante della Apple Sales International, con sede in Irlanda. O'Sullivan rispondeva di omessa dichiarazione dei redditi così come altri due manager italiani per i quali, però, i pm hanno avanzato un'istanza di archiviazione. La richiesta di patteggiamento, con l'accordo dei pm, era arrivata soltanto dopo che il colosso di Cupertino, nel dicembre 2015, aveva chiuso il contenzioso tributario con l'Agenzia delle Entrate, versando al Fisco circa 318 milioni di euro. L'ipotesi era omesso versamento dell'Ires per un totale di circa 879 milioni di euro in cinque anni.

Nel febbraio 2016, invece, la Procura milanese ha tirato le fila dell'inchiesta che riguarda Google accusato, secondo i calcoli del Nucleo tributario della Gdf, di aver sottratto all'Erario italiano, tra il 2009 e il 2013, redditi imponibili per circa 227 milioni di euro, grazie ad uno schema elusivo che coinvolge una serie di società dislocate tra Irlanda, Paesi Bassi e Bermuda.

Il pm Isidoro Palma ha chiuso le indagini a carico di 5 manager (due irlandesi, un inglese, un americano e un cittadino di Taiwan) del gruppo di Mountain View, ai quali però ha potuto contestare, come penalmente rilevante, solo un mancato versamento dell'Ires, l'imposta sui redditi delle imprese, relativa a un imponibile di 98,2 milioni di euro. Da tempo è aperto il contenzioso tributario tra Google e l'Agenzia delle Entrate e potrebbe chiudersi nei prossimi giorni con un maxi-versamento, come accaduto per Apple. Inoltre, in Procura sono aperti fascicoli anche su Facebook e Western Digital.

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